Le spese “pazze” all’Ars. I parlamentari iblei: “Tutto secondo prassi”. Leontini: “Ma se ho fatto risparmiare il mio partito…”

ars_regione2I parlamentari regionali iblei o ex tali si dichiarano tutti innocenti, sostenendo di potere giustificare le spese “distorte” loro contestate dalla Guardia di Finanza. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, invece, parla di un uso improprio dei fondi ai assegnati ai gruppi parlamentari utilizzati per spese pazze dai deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. I politici della provincia di Ragusa sono sette ovvero Orazio Ragusa e Giuseppe Digiacomo, ancora in carica, Innocenzo Leontini, Riccardo Minardo, Carmelo Incardona,, Roberto Ammatuna e Giuseppe Sulsenti.
Andiamo per ordine:
Orazio Ragusa, sciclitano, del gruppo Udc, prende 16mila euro dopo la scissione del suo partito con il Pid; al gruppo Pdl da cui si staccano gli ex per dar vita a Futuro e Libertà e Grande Sud arrivano poco più di 100mila euro. Ad ognuno dei transfughi arriva una somma di 10 mila euro e tra questi figura anche il vittoriese Carmelo Incardona che aveva già ricevuto 12 mila euro dal Pdl.

Innocenzo Leontini, ispicese, già capogruppo del PdL spartisce 127 mila euro ad una dirigente per il lavoro di due anni, altri oneri contributivi non dovuti, secondo la Procura, per altri due dirigenti, per 152 mila e 163 mila euro. Leontini trova anche i soldi per pagare le bollette di 20 telefonini, poco più di 10 mila euro, intestati a persone che nulla hanno a che fare con il partito e paga anche una bolletta Serit. “Era una prassi consolidata – spiega – sin da quando sono stato capogruppo. Ho comprato regali per i deputati del mio partito. Era infatti abitudine regalare qualcosa a Natale”. Poi aggiunge: “Semmai ho fatto risparmiare il mio gruppo parlamentare. perchè ho acquistato a Modica e non a Palermo, dove i prezzi sono notoriamente più alti. Ho consegnato ricevute e fatture alla segretaria del gruppo, con la quale mi raccorderò per rivedere le carte e fare chiarezza. La funzionaria nel frattempo è andata in pensione – racconta Leontini -, ma la incontrerò per ricostruire tutte i passaggi della vicenda.

Riccardo Minardo, modicano, chiarisce di avere rendicontato tutto e, anzi, di avere restituito duemila euro dopo la sua mancata elezione che non aveva rendicondato per mera dimenticanza.

Gli altri si dicono innocenti e si giustificano sostenendo che le spese non sono state fatte per motivi personali ma per il funzionamento dei gruppi. Giustificazioni che dovranno convincere i magistrati inquirenti e soprattutto la Corte dei conti cui sono stati trasmessi gli atti. Oltre adi rispondere di peculato infatti i deputati dell´Ars rischiano di rifondere l´Ars dei fondi che hanno percepito se non li potranno giustificare per motivi strettamente politici.

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