“Siamo tutti Nino Cerruto!” recitava uno slogan del 9 giugno 2011 che intendeva manifestare la piena solidarietà a Nino Cerruto, insegnante di matematica e, ai tempi, consigliere comunale di Modica, fatto oggetto di denuncia da parte della Polizia di Stato di Modica e poi rinviato a giudizio dalla Procura di Modica in seguito alla partecipazione al flash mob per sensibilizzare l’opinione pubblica al voto favorevole per il referendum contro il nucleare. Referendum che, con piacere, ricordiamo essere stato vinto dai Sì con oltre il 94% dei voti.
Oggi i tantissimi che, con sgomento e costernazione, si strinsero attorno a Nino Cerruto alla notizia della denuncia che lo accusava di aver organizzato la manifestazione senza la relativa autorizzazione da parte dell’autorità di pubblica sicurezza e di aver cercato di rendere difficile la sua identificazione, tramite l’uso di una mascherina antipolvere, accolgono positivamente la sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto ma non possono non dirsi amareggiati e delusi dinanzi a tutta questa vicenda. Oltre due anni, durante i quali lo Stato italiano ha speso risorse ed
energie per capire se Nino Cerruto (insieme agli altri partecipanti che misero in atto l’iniziativa di sensibilizzazione contro il nucleare, stranamente non denunciati…), indossando una mascherina come quelle comunemente usate per proteggersi dalla polvere o da agenti infettivi, avesse commesso un reato. Va detto, inoltre, che l’altro reato, inizialmente contestato a Nino Cerruto, ovvero l’organizzazione non autorizzata della manifestazione, è stato poi escluso perchè, essendo in periodo di campagna referendaria e trattandosi di iniziativa dedicata alla sensibilizzazione sui temi trattati dal referendum, non era necessaria alcuna autorizzazione.
Se poi si aggiunge che Nino Cerruto si avvicinò spontaneamente ed immediatamente agli agenti di polizia, fornendo le sue generalità e spiegando il senso dell’iniziativa, viene veramente da chiedersi se uno Stato o per essere più precisi, una Procura, possa impiegare risorse, mezzi e tempo per simili operazioni. Diversi stadi e passaggi sono necessari affinché una legittima segnalazione da parte di un agente di polizia diventi atto di accusa e appare quanto mai incomprensibile che tutti gli uffici coinvolti abbiano ritenuto opportuno e necessario inquisire Nino Cerruto ed
attivare la lunghissima e costosissima macchina del processo penale.
Oltre due anni durante i quali il cittadino Nino Cerruto ha subito delle limitazioni, in quanto è stato considerato dallo Stato Italiano
persona sotto indagine e, pertanto, non autorizzata a partecipare a concorsi pubblici, nello specifico nell’amministrazione scolastica.
Ovviamente, si tratta di pochissima cosa se confrontata con le lungaggini e le ingiustizie gravissime che l’amministrazione della giustizia italiana perpetra quotidianamente nei confronti di tanti cittadini, ma esemplare per comprendere ancora meglio in quanti rivoli di inutili, dannose ed intollerabili iniziative giudiziarie possa perdersi la corsa del fiume della giustizia italiana. “Rinnoviamo la solidarietà a Nino Cerruto – dice il movimento politico Una Nuova Prospettiva – ricordando a noi stessi e a tutti che, anche grazie ad iniziative come quella del flash mob tenutosi a Modica e che ottenne un enorme riscontro da parte dei media, specialmente sul web, il 13 giugno del 2011 i cittadini italiani decisero democraticamente di rifiutare la costruzione e l’utilizzo di centrali nucleari sul territorio italiano.
Vittoria importantissima che, unita a quella per l’acqua pubblica, ha fatto progredire l’Italia sulla strada della responsabilità sociale e della democrazia. Proporre, criticare, ribellarsi, arrabbiarsi, esultare, in altre parole partecipare, questo l’augurio che il movimento Una Nuova Prospettiva, coglie l’occasione di porgere a tutti i modicani all’inizio di questo nuovo”.
Modica, assolto l’ex consigliere comunale Nino Cerruto. Aveva partecipato al flash mob contro il nucleare
- Gennaio 26, 2014
- 1:27 pm
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