Il 5 giugno via al processo per le villette a schiera di Via Rocciola Scrofani a Modica

villette rocciola scrofaniCento persone, tra proprietari di immobili, direttori di lavori e titolari di imprese edili, compresi cinque presidenti di cooperative edilizie, sono stati chiamati per il prossimo cinque giugno davanti al Gup del Tribunale di ragusa per la vicenda delle villette abusive di Via Rocciola Scrofani a Modica. Sono stati contestati, tra gli altri, la truffa aggravata in concorso, le false dichiarazioni in atto pubblico, abusivismo edilizio e mutazione delle destinazioni d’uso degli immobili. L’indagine della Guardia di Finanza partì a seguito di un un esposto anonimo, pare un soggetto che non ottenne l’ammissione in una cooperativa che portò in primo luogo alla contestatzione del reato di truffa aggravata in concorso ai danni della Regione Siciliana, erogatrice dei finanziamenti, e del Comune di Modica, , nonché all’Ircac (Istituto regionale per il credito alla cooperazione). Le villette sotto inchiesta sono, complessivamente 95 e, secondo l’accusa, sarebbero state realizzate in maniera difforme dal progetto originario. All’Ufficio Tecnico Comunale, secondo le Fiamme Gialle, sarebbe stato presentato un progetto edilizio diverso da quello inoltrato alla Regione per poter fruire del mutuo a tasso agevolato. Proprio visionando i due strumenti tecnici i finanzieri avrebbero stabilito che le villette erano state modificate, in alcuni casi realizzando un piano interrato al posto del dichiarato garage o mansarde abusive. L’esposto anonimo dal quale hanno avuto origine le indagini, scattate nel 2010 e proseguite per oltre tre anni, sarebbe forse riconducibile ad una delle decine di persone all’epoca escluse dalle cinque cooperative indagate per l’accesso al mutuo agevolato di edilizia cooperativa della Regione: si tratta della “Trinacria”, della “Amicizia”, della “Quasimodo”, della “Montale” e della “America”. Il danno erariale accertato e segnalato dalle fiamme gialle alla Corte dei conti di Palermo ammonta a 7milioni e 600mila euro, pari al finanziamento concesso dalla Regione pari a 80mila euro per ciascuna villetta e indebitamente percepito dagli indagati, che, secondo quanto emerso dalle indagini, non possedevano tutti i requisiti richiesti per beneficiare del mutuo a tasso agevolato. I cosiddetti vuoti tecnici, creati per controlli periodici sulla stabilità delle strutture e per procedere alla manutenzione, sarebbero stati illecitamente allargati da alcuni degli indagati, con la realizzazione di un vero e proprio “clone” interrato dell’appartamento esistente e creando, di fatto, abitazioni a due piani. In altri casi il garage sarebbe stato annesso all’abitazione, diventandone parte integrante e adibito ad esempio ad ingresso o soggiorno. Sono pure state realizzate delle mansarde abusive. La truffa ai danni del comune di Modica si concretizza, tra le altre cose, nei tributi dovuti realmente (Imu, Tarsu etc.) sulla base del reale uso abitativo delle villette e della loro attuale conformazione dopo la realizzazione sulla base del progetto presentato all’ufficio tecnico comunale, che sarebbe diverso rispetto a quello inoltrato alla Regione per ottenere i mutui a tasso agevolato. A questo scopo alcuni degli indagati avrebbero dichiarato di non possedere ulteriori immobili, mentre i finanzieri hanno accertato che ciò non corrispondeva al vero. Da parte loro gli indagati hanno sostenuto, tramite i rispettivi legali, che tutti i soldi pubblici percepiti sono stati spesi per le villette e di aver contratto ulteriori mutui per apportare le modifiche, che, stando a quanto sostenuto dagli interessati, non avrebbe mutato l’originaria cubatura delle villette. Il collegio difensivo è tra gli altri composto dagli avvocati Salvatore Poidomani, Ignazio Galfo, Robin Giannone, Fabio Borrometi, Luigi Piccione e Gaspare Abbate.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa