In questi giorni si è appreso dal Collegio dei revisori dei Conti dell’ammanco di duemilioniduecentomila euro dei quaranta concessi al Comune di Modica ai sensi del decreto “Salva Enti” grazie alla certosina azione di risanamento finanziario portata avanti dall’amministrazione Buscema. Prima di pronunciarsi sulla vicenda, il Partito Democratico di Modica ha atteso spiegazioni del sindaco e dell’assessore al bilancio. E ciò conformemente al nostro modo di intendere l’essere all’opposizione che non è una aprioristica e demagogica contrapposizione all’amministrazione in carica bensì un continuo serio raffronto tra i veri interessi della città e quelli che l’amministrazione intende perseguire.
Queste le loro argomentazioni tratte dal sito del Comune: “I due milioni e duecento mila euro che mancano all’appello dal fondo “Salva Enti”, Dl 35 del 2013, (dei 9,4 milioni a 7,2 esistenti nel conto) è solo il frutto di un discrasia contabile avvenuta nel passaggio da un conto corrente ad un altro: da quello per spese ordinaria e quello vincolato nel cui deposito sono state trasferite le somme del Dl 35”. Ed ancora: “Nel passaggio delle somme, che intanto avevano subito delle decurtazioni essendo in un conto ordinario, dal conto ordinario a quello vincolato, il famoso conto 18, si è verificata una discrasia contabile che nei fatti non ha reso chiaro il quadro contabile. Quindi a causa di un’ anomalia tecnica sono mancati all’appello i due milioni di euro sul cui utilizzo stiamo facendo gli opportuni accertamenti…….L’ufficio ragioneria è in questi giorni impegnata a fare le opportune verifiche, come ha riferito Salvatore Roccasalva, e intanto ha rilevato che un milione e settanta quattro mila euro sono le somme impegnate per il pagamento di salario accessorio ai dipendenti comunali che vantavano il debito prima del 31 dicembre 2012 e la cui liquidazione, prevista dal DL 35, era stata effettuata dal conto corrente ordinario pur facendo parte del plafond della prima trance dei venti milioni di euro.
Sul resto delle somme si stanno facendo gli opportuni riscontri”. In primo luogo non concordiamo con i toni trionfalistici usati in conferenza stampa perché nella migliore delle ipotesi siamo in presenza di un ammanco: senza ombra di dubbio il passaggio da un conto libero a un conto vincolato non giustifica lo smarrimento di cifre di questa portata.
Infatti, la vera anomalia, o discrasia contabile per usare i termini adottati dall’amministrazione, è che ancora mancano all’appello un milionecentoventiseimila euro (2200000,00-1074000,00=1126000,00) per i quali ancora l’amministrazione sta facendo riscontri contabili (dal giugno 2013 ad oggi????) come ha dichiarato durante la conferenza stampa o, tradotto in parole povere senza discrasie verbali di sorta, non sa che fine abbiano fatto. Se a questo, proseguono dal PD modicano, aggiungiamo che dell’ammanco di duemilioniduecentomila euro se ne sono accorti i revisori contabili e non un’ amministrazione che si dice attenta ai vincoli di bilancio e si proclama salvatrice unica delle sorti finanziarie del Comune di Modica, c’è da rimanere veramente esterrefatti. Tenuto conto che questi “distratti” amministratori sono gli stessi che hanno redatto il nuovo piano di riequilibrio, possiamo anche cominciare a fare ampi scongiuri perché sia la Corte dei Conti che il competente Ministero non sono avvezzi a definire come discrasia contabile ciò che in realtà si chiama, usando un altro eufemismo, incapacità di amministrare.
Incapacità ad amministrare soldi che, ricordiamo all’attuale Sindaco, sono arrivati grazie a cinque anni di sacrifici di tutti i cittadini i quali adesso hanno la certezza di essere amministrati da persone che perdono di vista milioni di euro sui loro conti come se fossero bruscolini. Invitiamo per l’ennesima volta l’attuale amministrazione ad agire in modo cosciente e responsabile (e ovviamente attento…), mettendo al primo posto l’interesse di tutti noi cittadini anche a costo di essere impopolare: in termini di carrierismo politico ciò magari non paga ma la collettività ne trarrà benefici