Monterosso Almo. Dibenedetto e la questione di Palazzo Cocuzza

Gaetano di BenedettoDopo l’ultimo ed animato Consiglio Comunale di Monterosso Almo dove si è parlato per quasi tutta la serata dell’utilizzo del Palazzo Cocuzza e delle problematiche sorte nei mesi scorsi, con un lungo  comunicato, di queste ore, rivolto alla cittadinanza monterossana proprio su ” Palazzo Cocuzza ” interviene il Presidente del Consiglio Comunale Gaetano Dibenedetto. ” Corre l’obbligo di intervenire da parte del sottoscritto –   Dibenedetto – per chiarire alcune voci insistenti legate alla incresciosa vicenda di Palazzo Cocuzza e nello stesso tempo per chiarire il mio ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. La vicenda è il sintomo di una malattia che rischia di trascinare il corpo di questo paese nel buoi, nel tunnel della patologia grave della superficialità amministrativa e politica – afferma il Presidente del Consiglio Comunale. Non è con la superficilità o con la ‘ buona fede ‘ che si amministra una comunità, ma con la professionalità, la capacità e le giuste competenze. Insomma con tutto ciò che è mancato nella gestione del caso Palazzo Cocuzza. Da qualche giorno – continua Dibenedetto – gira voce che l’invio degli atti alla Procura della Repubblica sia opera della mente e dell’azione del sottoscritto. Niente di pù falso. Di più diffamante e perciò stesso di pù querelabile.” Nella comunicazione poi si fa una cronostoria dei fatti accaduti. ” Il 6 febbraio del 2014, con nota protocollo 1077 dell’ente, – scrive Gaetano Dibenedetto – perviene al sottoscritto una nota a firma del dott. Castellino, in cui tra i 17 punti elencati con i quali lo stesso rende spontanea memoria e dichiarazione, al punto 4 afferma che il Sindaco ‘ si adoperò a consegnare le chiavi di Plazzo Cocuzza, mettendo anche a disposizione personale del comune per il trasporto di mobili in diverse occasioni’ e al punto 10 – scrive ancora il Presidente del Consiglio nel suo documento – afferma ‘ da parte sua ( sindaco ) , venivano date disposizioni in merito ad interventi di asserito restauro di volte affrescate e demolizioni di pareti portanti’. Capite bene – continua il comunicato del Dibenedetto – che avevo sostanzialmente ricevuto, ufficialmente, da parte del dott. Castellino notizie di ‘ presunti reati’. Qualsiasi omossione o ritardo nel richiedere informazioni su quelle notizie – asserisce il Presidente del Consiglio Gaetano Dibenedetto – avrebbe comportato responsabilità penali e giuridiche a mio carico e pertanto con senso di dovere oltrechè con l’obbligo previsto dalla legge con nota procollo n. 1131 del 10 febbraio 2014 ho formalmente chiesto al respondìsabile dell’Ufficio Tecnico di verificare su quanto dichiarato dal dott. Castellino al punto 4 , sull’eventuale esistenza di disposizioni sue o del sindaco in relazione al trasporto dei mobili, e di effettuare sopralluogo presso il Palazzo Cocuzza e relazionare in merito al punto 10. In data 14.02.2014 – continua ancora a scrivere sul documento il Presidente del Consiglio Gaetano Dibenedetto – il responsabile dell’area tecnica con nota protocollo 1317 richiedeva le chiavi al Sindaco. In data 06.03.2014 mi perveniva nota da parte del responsabile area tecnica, Geometra Amato, che mi informava ‘ che su disposizione del sindaco gli operai in servizio verso questa area, hanno prestato in modo saltuario la loro collaborazione per lo scarico e il trasporto dei mobili al primo piano di Palazzo Cocuzza ‘ e che ‘ relativamente alla richiesta di sopralluogo a Palazzo Cocuzza era stato redatto verbale di sopralluogo trasmesso dallo stesso con nota protocollo 1728 del 28.02.2014 alla Procura della Repubblica ‘. Si evince facilmente che se qualsiasi notizia in merito alla questione continuerà ad essere riferita in maniera diversa rispetto ai fatti sopracitati – conclude il Presidente del Consiglio Gaetano Dibenedetto nel suo documento – costringerà il sottoscritto a riservarsi ogni azione di tutela immediata in tutte le competenti sedi giudiziarie”.

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