Come da programma, si è svolto . il convegno “Il lavoro in Sicilia al tempo della crisi” organizzato dal Rotary Club di Modica che vantava quale relatrice di prestigio l’Assessore Regionale dalla Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Ester Bonafede.
Dopo i consueti saluti iniziali da parte del Presidente del sodalizio Modicano, Roberto Falla, è toccato tocca al moderatore del convegno, Antonio Borromenti, anch’egli Rotariano di Modica, introdurre e coordinare i lavori. Borrometi ha spiegato che l’incontro è stato fortemente voluto dal Rotary della Contea per l’emergenza che il problema del lavoro sta assumendo in Italia e, in modo particolare, in Sicilia. L’entità del fenomeno è tristemente confermata dagli ultimi dati dell’ISTAT secondo i quali in Italia ci sono circa 3.900.000 disoccupati. La Sicilia vanta, poi, il tragico primato del più alto tasso di disoccupazione giovanile (pari al 45,5%.) Allarma, infine, la percentuale di giovani che lasciano l’isola appena laureati (oltre il 50%).
Di fronte a questa emergenza sociale per Borrometi è necessario attivare immediatamente un massiccio piano di lavori pubblici utile tanto per calmierare la disoccupazione giovanile quanto per migliorare le condizioni infrastrutturali del nostro territorio. In questa prospettiva sarebbe necessaria una forte iniziativa dell’Unione Europea volta a mobilitare ingenti risorse da investire in opere pubbliche soprattutto in quelle aree, come l’Italia e la Sicilia, dove la disoccupazione di massa è diventata una vera emergenza sociale.
L’avvocato modicano si è soffermato, quindi, sulle politiche attive del lavoro, dalla formazione professionale, per la quale in Sicilia si sono sprecate in passato ingenti risorse senza un adeguato ritorno in termini di occupazione, ai tirocini lavorativi e all’apprendistato che, per poter convogliare i giovani verso un lavoro regolare, non devono avere eccessivi vincoli di carattere burocratico come spesso è accaduto finora. Dopo gli interventi dei sindaci di Modica e Pozzallo, la parola è passata all’Assessore Bonafede secondo la quale le politiche sociali devono andare di pari passo con le politiche concernenti il mercato del lavoro. Ciò perché il potere di acquisto delle famiglie è crollato a causa non solo di una crisi congiunturale rispetto alla quale il singolo, anche a livello regionale, ben poco può fare, ma anche per i profondi cambiamenti che hanno interessato tanto i processi produttivi quanto l’economia in sé, cambiamenti conseguenti al crollo del modello incentrato sul capitalismo e sul prodotto. La Sicilia, che non ha investito sull’industria, potrebbe riorganizzarsi promuovendo le sue ‘etichette’ fondamentali. Ogni sforzo economico e di programmazione deve essere indirizzato verso quei settori quali l’agroalimentare, le energie alternative, il turismo (culturale e non) e gli altri ‘brand’ siciliani. Sono tutte risorse già disponibili, manca solo la capacità di colloquiare fra i diversi stakeholder (comuni e regione in primo luogo) per riuscire a ‘fare sistema’ e, quindi, a renderle pienamente produttive. “Un’ importante linea di programmazione europea -la “Youth Guarantee”- ha detto – porterà in Sicilia ingenti fondi (circa 200 milioni di euro nel primo biennio) che serviranno per assicurare ai giovani fra i 15 e i 25 anni un Patto di Servizio, finalizzato alla realizzazione di un percorso personalizzato di inserimento nel mondo del lavoro o reinserimento nei percorsi di istruzione/formazione. In pratica, un orientatore istruirà insieme al giovane preso in carico una scheda personalizzata che nell’arco di sei anni misurerà la distanza che separa il giovane dal mercato del lavoro con l’obiettivo di ridurla progressivamente. La ratio dell’intervento è quella di accompagnare il giovane nel divenire, motivandolo nelle scelte sottese al passaggio dal sistema di istruzione/formazione al mondo del lavoro attraverso le varie forme di transizione (tirocini, apprendistato, servizio civile, ecc.). La portata della Youth Guarantee non è, quindi, solo economica ma anche etica nella misura in cui essa serve a restituire speranze ai giovani. È fondamentale che i giovani si tengano informati sfruttando portali quali clicklavoro.gov.it o italialavoro.it che forniscono dettagliate informazioni su tutte le misure di politiche attive del lavoro messe in campo ai diversi livelli. Sono seguiti interessanti spunti di dibattito, fra i quali quello di un’operatrice del dipartimento di salute mentale che ha sollevato il problema dell’inserimento lavorativo dei disabili mentali e psichici, suggerendo la formazione di imprese costituite fra soggetti normodotati e disabili.
L’On. Carmelo Carrara, ha ribadito che la strategia contro la disoccupazione non può essere locale ma deve essere globale, come globali sono i motivi che l’hanno causata. Questa strategia deve muoversi su tre assi: deve stimolare una crescita intelligente, deve essere inclusiva nel senso che deve venire incontro a tutte le categorie svantaggiate e deve essere sviluppata nella logica della sostenibilità. Depreca la scomparsa di istituti di credito quali il Banco di Sicilia e la Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele che erano gli istituti bancari più vicini alle famiglie e alle imprese. Occorre, quindi, rilanciare un istituto di mediocredito regionale quale l’IRFIS per il ruolo che può svolgere a fianco dei Siciliani.
L’assessore Bonafede, cogliendo alcuni degli spunti emersi nel corso del dibattito, si è detta assai turbata dal fenomeno dell’impoverimento demografico causato dalla fuga dei giovani che, finiti gli studi, vanno via dalla Sicilia.