La paura dell’aereo. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaE’ un dato risaputo che il mezzo più sicuro per viaggiare è l’aereo. Quanti di noi sognano di andare, in periodo di vacanze, in America, in Australia, in Polinesia. Ebbene, succede, invece, che ci sono persone che utilizzano altri mezzi, auto, treni o navi, magari più lenti o limitanti per gli spostamenti, o addirittura che rimangono nei posti d’origine e a mettere, quindi, da parte i sogni, perché hanno paura di volare. E badate bene che non si tratta di una paura da prendere alla leggera, bensì di veri e propri attacchi di panico che rendono impossibile, o per lo meno estremamente sofferente, un viaggio in aereo. Succede, spesso, che tentano di nascondere l’emozione che provano, ma difficilmente riescono a mascherare la tensione muscolare, la sudorazione abbondante, il battito cardiaco accelerato, l’ansia. E già questi disturbi iniziano quando il passeggero è costretto anche a fare una fila enorme per il check-in, ad attendere l’imbarco più del dovuto o a viaggiare con pioggia o maltempo generalizzato, e a quel punto la situazione arriva addirittura al parossismo.
Certo, ci sono persone che hanno paura di volare, perché un parente o un amico si è trovato in una situazione pericolosa durante un volo, perché egli stesso ha vissuto una complicazione in decollo o in atterraggio, perché poco tempo prima di volare ci sono stati attentati (quello che è successo l’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle a New York ne è un esplicito esempio).
Ma si possono presentare casi, in cui la fobia è irrazionale, cioè non ha una spiegazione oggettiva, ma dipende da convinzioni intime o paure recondite, a livello inconscio, che fanno capolino e si concretizzano nel terrore di salire a bordo di un aereo, oppure di ritenere di non aver i piedi ben piantati a terra o di non poter far nulla per impedire un disastro in caso di guasti al velivolo o tempeste in agguato e perfino il fatto di doversi affidare alla perizia e alla competenza altrui non aiuta.
Quando, in verità, la sensazione è abbastanza leggera, allora basta la presenza di una o più persone amiche o l’aiuto di un blando sedativo, ma se invece bisogna vincere gli attacchi di panico veri e propri sarà necessario ricorrere allo psicologo, che valuterà la possibilità di assumere farmaci specifici e che aiuterà il paziente a ricercare e scoprire l’origine primaria di questa paura e a far diminuire l’ansia che caratterizza questi attacchi con delle tecniche di rilassamento che poi egli stesso potrà mettere in atto prima del volo.

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