È un giovane biotecnologo-medico ragusano il primo firmatario di una ricerca pubblicata in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature Cell Biology”. Giovanni Sorrentino ha 30 anni, e da cinque lavora come ricercatore presso il “Del Sal’s Laboratory – Molecolar Oncology Unit – National Laboratory Cib” di Trieste. Lo studio tutto italiano, coordinato dal Laboratorio nazionale CIB e dall’Università di Trieste e condotto in collaborazione con l’Università di Padova, scopre in che modo cancro e processi metabolici responsabili della formazione del colesterolo si alleano nel tumore alla mammella e come farmaci in grado di bloccarli – per esempio le statine usate per combattere l’ipercolesterolemia – possono contrastare questo tipo di tumori. Laureato in Biotecnologie a Ferrara, Giovanni Sorrentino si è poi trasferito a Trieste. «Essendo interessato agli studi sul cancro – spiega – sono stato indirizzato all’Università di Trieste, dove c’è il laboratorio del professore Del Sal, uno dei migliori laboratori internazionali di ricerca nel settore di ricerca contro il cancro». Ad indirizzarlo è stato un suo docente dell’ateneo estense. Dopo due anni di specializzazione, ha poi iniziato il dottorato, che concluderà nel prossimo mese di aprile. E la pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica è senza dubbio un importante riconoscimento per il lavoro di questi anni, ma soprattutto un input importante per la carriera del giovane biotecnologo ragusano. Ma di cosa si è occupato il team di ricerca? «Colesterolo e cancro, un’associazione non nuova. Svariate evidenze – spiegano all’Università di Trieste – negli ultimi anni, infatti, hanno messo in luce diversi aspetti di un legame, tutto ancora da approfondire, tra le malattie tumorali e questa molecola, non solo quando è presente in eccesso nel sangue. Oltre a essere assunto attraverso la dieta, il colesterolo, che non sempre è un pericoloso nemico, è anche prodotto dalle nostre stesse cellule. Queste ne hanno bisogno per costruire le proprie membrane e sono capaci, all’occorrenza, di mettere in atto una serie di reazioni chimiche che, attraverso diverse tappe e prodotti intermedi, giungono infine a sintetizzarlo. Nel cancro questi processi vengono spesso sovvertiti e dirottati a vantaggio del tumore. In che modo, però, non era chiaro fino a oggi». A scoprirlo, appunto, è stato il team di scienziati coordinato da Giannino Del Sal, professore ordinario di Biologia applicata dell’Università di Trieste e capo dell’unità di oncologia molecolare del Laboratorio Nazionale CIB di Area Science Park a Trieste. Questa scoperta che porta la sua firma, è uno dei traguardi ottenuti dal team coordinato da Del Sal su cui ha puntato l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, nel 2010 con il suo programma speciale di finanziamento di oncologia clinica molecolare messo in campo grazie alle donazioni del 5X1000 degli italiani.
Biotecnologo-medico ragusano il primo firmatario di una ricerca pubblicata in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica «Nature Cell Biology».
- Marzo 26, 2014
- 1:05 pm
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