C’è necessità e urgenza di un incontro sulla problematica riguardante ilavoratori dei villaggi turistici Marispica, Baia Samuele, Marsa Siclà all’indomani della chiusura della vicenda giudiziaria che ha visto, nella trascorsa stagione turistica, la mancata apertura delle strutture ricettive e, dunque, l’impossibilità dei 260 lavoratori(al netto dell’indotto) di svolgere l’attività lavorativa estiva. Lo rilevano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Giovanni Avola, Paolo Sanzaro, Giorgio Bandiera, in una lettera al Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, facendo, oltremodo, emergere che di conseguenza, la situazione non ha consentito ai lavoratori di poter usufruire dei normali o straordinari ammortizzatori sociali, con gravissimo nocumento per il reddito familiare di ognuno di essi.
“Sulla base di una interlocuzione avviata con il Governo della Regione Sicilia – dicono – attraverso l’impegno del Presidente Crocetta e dell’Assessore alla Famiglia Bonafede, si era trovata una via alternativa di sostegno al reddito, per quei lavoratori rimasti privi di occupazione nel 2013, utilizzando le risorse previste dalla Legge 223/1991 – art.16, comma 1, previo avvio di un corso di formazione.
Sulla base di tale percorso, l’Ufficio provinciale del Lavoro nella persona del suo Direttore, Giovanni Vindigni, ha sollecito formalmente in più occasioni i vertici dei tre villaggi in questione al confronto con le parti in causa per acconsentire che i corsi di formazione potessero essere approntati in seno alle strutture ricettive per le specifiche professionalità e per i particolari gruppi di lavoratori.
Tuttavia, alla richiesta ad oggi non è corrisposta formale risposta, né di assenso né di diniego da parte delle direzioni aziendali Marispica, Baia Samuele e Marsa Siclà, col rischio concreto di far perdere – e non se ne capirebbe la ragione logica e di opportunità! – l’occasione prospettata dalla Regione Sicilia.
È da sottolineare, e non da ultimo, che qualora non si dovesse concretare tale situazione al danno si unirebbe la beffa, da tutti i punti di vista: per i lavoratori che perderebbero l’occasione di godere di una maggiore e certificata professionalità unita a un sostegno al reddito familiare, perduto nel 2013 per la forzata inattività; alle strutture ricettive che rinuncerebbero ad avvalersi di personale ancor più qualificato e a costi zero per l’azienda; al territorio in senso lato che si vedrebbe penalizzato di risorse economiche che, di converso, potrebbero essere riversate nei consumi delle famiglie interessate.
E questo è il contesto riferito al 2013.
Ulteriori preoccupazioni si delineano per la stagione 2014 di fatto iniziata.
Ad oggi, come è facile riscontrare, nulla è dato sapere in merito all’avvio della stagione, tra l’altro segnata da un favorevolissimo lungo ponte compreso tra Pasqua, week end del 25 aprile e 1 Maggio che avrebbe consentito di già l’apertura delle strutture per la necessaria e preventiva manutenzione di avvio della stagione.
Tale situazione di incertezza, ha ancor più esacerbato lo stato di disagio e di malessere presente nei lavoratori interessati che vedrebbero ridotte se non compromesse anche per l’anno corrente le possibilità occupazionali.
Per tali ragioni confidiamo nella convocazione di un incontro tra le parti (Organizzazioni sindacali, rappresentanti datoriali dei villaggi turistici e /o rappresentanti sindacali, Ufficio provinciale del Lavoro di Ragusa ) nella speranza di poter addivenire a una soluzione positiva della vicenda che possa dare certezza di risposte in termini economici ai lavoratori che da oltre un anno sono impegnati in una vertenza arrivata oramai a un passo dalla definitiva soluzione e che non si vorrebbe compromettere o complicare per incomprensibile disinteresse o superficialità della controparte datoriale”.