Con il voto di 62 deputati su 90 l’Assemblea Regionale Siciliana ha dato recentemente il via libera alla legge che istituisce i Liberi consorzi dei comuni. Finalmente la svolta! In verità, svolta non è. Perché già nel 1946 lo Statuto autonomo siciliano all’art. 15 così recitava: “l’ordinamento degli enti locali si basa, nella Regione stessa, sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria”. Questo articolo è stato disapplicato per 68 anni. La Sicilia, avendo recepito le province statali, lo ha infatti ignorato per un lunghissimo tempo, ed ora fa un passo indietro con la legge n. 8 del 24 marzo 2014, pubblicata sulla Gazzetta della Regione Siciliana, che abolisce le province trasformandole in Liberi Consorzi tra Comuni, e rispettando dopo quasi 70 anni il dettato autonomistico dell’art. 15 dello Statuto siciliano. E tutto questo per questioni di risparmio, ammesso che questo risparmio ci sarà, visto che il personale e i debiti verranno trasferiti a questi nuovi enti di secondo livello. Il rischio è che alle 9 attuali province si sostituiscano una ventina di Consorzi, non risparmiando nulla e aumentando i problemi.
Personalmente credo che l’abolizione delle province, con conseguente cambiamento dell’assetto territoriale, sia stato un errore, sia perché arriva in ritardo sia perché una provincia non è solo questione di cifre, di posti, di strutture, di eletti e non eletti, ma è anche una “luogo di identità storica, culturale, religiosa, sociale, paesaggistica”; è il divenire di una popolazione che si riconosce nei suoi valori e nelle sue specifiche connotazioni umane e culturali acquisite nel tempo e che non si possono cancellare con un colpo di spugna.
Ma il problema che adesso si pone è quello della costituzione di questi Consorzi. La legge dà due possibilità: i Consorzi possono includere i comuni della disciolta provincia regionale di appartenenza, oppure entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge 8 , i Comuni, con deliberazione del consiglio comunale adottata a maggioranza di due terzi dei componenti, possono esprimere la volontà di costituire ulteriori liberi Consorzi che abbiano i seguenti requisiti: a)continuità territoriale tra i comuni aderenti; b) popolazione non inferiore a 180.000 abitanti.
Le delibere relative all’adesione al medesimo libero Consorzio devono essere conformi tra loro e devono individuare l’ambito territoriale dell’istituendo libero Consorzio. Nel caso di costituzione di ulteriori liberi Consorzi, il Comune con il maggior numero di abitanti assumerà il ruolo di capofila del libero Consorzio.
Tutta questa operazione dovrebbe portare ad una razionalizzazione e allo snellimento della struttura amministrativa regionale; dovrebbe evitare in tal modo duplicazioni o sovrapposizioni. In realtà non sarà forse così, perché i Liberi Consorzi dovranno individuare degli organi, che saranno eletti con sistema indiretto di secondo grado. Tali organi sono: l’assemblea, composta dai sindaci dei comuni appartenenti al libero consorzio; il presidente, eletto dall’assemblea tra i sindaci con un sistema di voto ponderato in rapporto alla popolazione di ciascun comune; la giunta, composta da un numero massimo di otto sindaci facenti parte dell’assemblea.
Dunque nella nostra ex provincia di Ragusa i mesi che seguiranno sono destinati al confronto tra sindaci o loro delegati, tra consigli comunali e cittadini, forze sociali, sindacali, associative e culturali, in vista della definizione del Libero Consorzio. Che succederà nel nostro territorio ibleo? I sindaci iblei manterranno l’esistente con la stessa estensione territoriale e le stesse funzioni già di competenza della provincia di Ragusa o penseranno di percorrere altre strade? Il consigliere comunale di Modica, Vita D’Antona, dice che “non bisogna sottrarsi al confronto” e riprende il sindaco Abbate, ma sembra strano che egli non esprima il proprio pensiero circa la direzione da prendere. In un tempo storico-politico come quello che viviamo, caratterizzato dalla delegittimazione dell’avversario, più nemico che avversario, dal “pregiudizio a prescindere”, la preoccupazione di D’Antona di “mancanza di rispetto delle elementari regole istituzionali tra enti pubblici causati dal Sindaco”, mi sembra giusta da un lato, ma una vera e propria sottigliezza dall’altro.
In questi anni gli scontri istituzionali tra i sindaci iblei in materia di Ato idrico, Ato ambiente, aeroporto di Comiso, sanità, uffici giudiziari e tribunali sono stati tanti e tali e, in qualche caso, privi di ogni rispetto democratico, da apparire eccessivo il richiamo al rispetto del galateo istituzionale. Ad ogni buon conto, è giusto e necessario che il confronto ci sia, senza municipalismi e pregiudizi.
E allora dico la mia. L’idea che il comune di Modica verifichi la possibilità di fare un libero Consorzio con altre realtà territoriali del siracusano non è un peccato. E’ un’ idea, da vagliare e verificare. Secondo il modello della Diocesi ecclesiastica di Noto, Modica insiste già sulle province di Ragusa e Siracusa. Non è una ipotesi eretica pensare che Modica con il comprensorio di Scicli, Ispica, Pozzallo, possa unirsi a Pachino, Rosolini e Noto per verificare la possibilità di costituzione di un Libero Consorzio. Ci sono elementi di omogeneità, c’è una insistenza nel distretto del Val di Noto, c’è già un tessuto connettivo che unisce le popolazioni di questi comuni sul piano umano e dei servizi amministrativi: giustizia, sanità, scuola, cultura, turismo, servizi sociali.
Il Comune di Ragusa potrebbe percorrere la strada della aggregazione con i comuni del versante ipparino e con alcuni comuni che insistono nell’asse territoriale Ragusa-Catania.
Insomma, bisogna confrontarsi e riflettere. Non sarà facile. Non è tutto scontato. E’ impensabile che non ci siano difese dei propri territori. Una dose di buon senso sarà necessaria. Non è da escludere che si possa fare anche un referendum per fare esprimere i cittadini.
L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…DI DIRETTORE. DALL’ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA DI RAGUSA ALLA NASCITA DEI LIBERI CONSORZI: NULLA E’ SCONTATO NEL NUOVO ASSETTO TERRITORIALE NEL QUALE POTRA’ INSERIRSI LA CITTA’ DI MODICA!
- Aprile 7, 2014
- 2:49 pm
Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa