La Polizia ha respinto oggi due tunisini in quanto irregolari sul territorio nazionale. I due erano sbarcati il giorno di Pasqua a Pozzallo insieme ad altri 820 migranti. Il 19 aprile scorso la nave “Espero” della Marina Militare aveva intercettato alle 13.45 un barcone in legno con a bordo ben 434 soggetti clandestini quasi tutti di origini eritree.
Nelle ore successive la nave “Espero” trasbordava tutti i migranti e a conclusione di tali operazioni, dirigeva verso il porto di Pozzallo ove giungeva in rada la mattina di Pasqua. Le operazioni di sbarco venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano decine di Agenti delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’Asp per le prime cure. Successivamente gli extracomunitari venivano trasferiti presso il centro di Comiso a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa. I racconti dei migranti sono sempre tristemente identici a quelli dei loro connazionali di qualche giorno prima, ovvero questi uomini, donne e bambini erano stati tenuti segregati per diversi giorni in un capannone in Libia dal quale non potevano uscire e venivano rifocillati con pochi generi alimentari in attesa che fosse disponibile l’imbarcazione per raggiungere l’Italia e che le condizioni del mare fossero favorevoli. In corso complesse indagini con i gruppi di investigatori presenti in territorio estero sui componenti dell’associazione a delinquere che si occupa di organizzare i viaggi verso l’Italia.
La Polizia di Stato sta contestualmente implementando le indagini per gli altri sbarchi avvenuti sulle coste di Pozzallo aggiungendo altre unità alla Squadra di investigatori specializzata per far fronte a questo esodo. “Le indagini sono complesse e dobbiamo agire su più fronti. Bisogna colpire sia i singoli scafisti che giungono sulle nostre coste che le organizzazioni criminali che si occupano di far partire i migranti dalla Libia”.