Di Pasquale (La Destra Ragusa): L’esodo dei migrnanti negli iblei è solo all’inizio e nessuno riesce a fronteggiarlo”

Giuseppe  Dipasquale“Eravamo stati facili profeti. E del resto le stime che arrivavano dagli analisti non potevano trarci in inganno. L’unico aspetto più preoccupante è che, adesso, l’attenzione è tutta concentrata sulla Sicilia sud-orientale. Si bypassa Lampedusa e, come facile approdo, si scelgono i porti di Pozzallo e di Augusta. Tanto c’è l’operazione Mare nostrum che pensa a raccogliere i barconi carichi di disperati provenienti dal Terzo mondo. Mentre alla disperazione di chi resta qui non ci pensa nessuno”. E’ pungente il commento del commissario cittadino de “La Destra” Ragusa, Giuseppe Dipasquale, rispetto all’esodo di massa che ha cominciato ad abbattersi, a cominciare dal giorno di Pasqua, sulle coste iblee. “E possiamo scommettere che non appena il tempo volgerà al bello – continua Dipasquale – vedremo all’orizzonte altri barconi carichi di speranza. Ma possibile che il ministro dell’Interno Alfano non riesca a percepire la gravità della situazione? Possibile che nessuno raccolga l’allarme dei cittadini, degli operatori economici, di tutti coloro che, a vario titolo, si adoperano per uscire fuori dalle secche della crisi e che, proprio a causa della suddetta migrazione di massa, rischiano di ripiombarvi senza che vi sia altra chance di ripresa? Stiamo davvero giocando con il fuoco. E nessuno che si prende la briga di predisporre un piano di attenuazione del fenomeno perché di fondo c’è una incapacità che si taglia a fette. Fino a quando i nostri volontari, le nostre forze dell’ordine, i nostri rappresentanti istituzionali riusciranno a garantire l’accoglienza a queste persone con l’aggravante di togliere attenzioni, anche in termini di controllo sul territorio, alla nostra area? Perché chi di competenza non si organizza per fare arrivare negli Iblei un numero superiore di personale, per quanto attiene le forze dell’ordine, senza che lo stesso, come è accaduto il giorno di Pasqua, sia dirottato altrove ed impedito dall’effettuare i normali servizi? Lo ripeto. Stiamo rischiando grosso. Il territorio potrebbe rimanere senza presidio. E ce ne accorgeremo quando sarà troppo tardi. Meglio, dunque, lanciare ora degli allarmi che ci aiutino a fare comprendere la reale portata della grave situazione”.

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