Il Caffè Letterario Quasimodo di Modica ha dedicato il “sabato letterario” del 26 aprile scorso al tema del liberi consorzi comunali, evidenziando come il tema non sia esclusivamente un problema politico-giuridico e amministrativo, lo è forse prevalentemente, ma è anche una questione culturale, antropologica, storica, artistica. Agli intervenuti, tra i quali anche qualche consigliere comunale e il presidente del Consiglio Comunale di Modica Roberto Garaffa, sono stati offerti tre interventi da parte di Grazia Dormiente, Antonio Borrometi e Giovanni Di Rosa, i quali hanno evidenziato come l’idea della costituzione dei liberi consorzi comunali potrebbe essere l’occasione per procedere alla riorganizzazione della struttura periferica regionale e alla soppressione di quella vasta galassia di enti, organismi, agenzie, soggetti d’ambito che a vario titolo svolgono le stesse funzioni, eliminando duplicazioni e sovrapposizioni e aprendo una nuova pagina storica.
In questa prospettiva è emersa l’idea di un libero consorzio del Val di Noto che, sul modello della diocesi di Noto, aggreghi la città di Modica e del suo comprensorio, Scicli, Ispica e Pozzallo, con Rosolini, Pachino, Portopalo Marzamemi, Palazzolo e Noto. Una ipotesi che ha le sue ragioni – come hanno spiegato i relatori – nel fatto che questa micro area consortile si configura come “luogo” con in comune elementi culturali, paesaggistici, enogastronomici ed ambientali. Non solo, ma le popolazioni di questo territorio spesso si riversano su Modica per i servizi sanitari e per acquisti commerciali. Sarebbe dunque opportuno favorire il più possibile l’aggregazione tra questi comuni, e quindi tra amministratori, affinché condividano un’idea comune di governo in relazione a queste fondamentali tematiche, in modo da rendere meno conflittuali le scelte sull’esercizio delle funzioni e più efficiente l’erogazione delle prestazioni e dei servizi pubblici.
A questa ipotesi si è pure aggiunta quella, anche se non espressamente emersa nel dibattitto, di un Consorzio che tendi ad unificare le due province di Ragusa e Siracusa in una macro area, atteso che le città metropolitane, previste dalla legge approvata dall’ARS, potrebbero operare un accentramento di funzioni e poteri tali da penalizzare le realtà consortili più deboli.
La serata si è conclusa con una sintesi del Presidente del Caffè Letterario Quasimodo Domenico Pisana, il quale ha affermato che “ci sono pochi dubbi sul fatto che il retroterra socio-culturale del Val di Noto si fondi su una comunanza indiscussa tra l’area della Contea e il Siracusano e ribadendo come ogni riflessione che su questo sarà fatta in questi mesi debba poggiare non su rapporti di forza ma su elementi di cultura solidaristica del territorio. Non c’è dubbio, infatti, che quando si entra nella prospettiva di un libero consorzio tra comuni, gli aspetti dell’ identità storica, culturale, religiosa, sociale, economica e paesaggistica non possono essere né trascurati né sottovalutati. Bisogna passare – ha concluso Pisana – dalla logica della rivendicazione e annessione a quella della cooperazione, perché i comuni che si consorziano non sono semplice aziende di servizi che si uniscono, ma luoghi nei quali ci sono beni e ricchezze fonte di crescita economica, e c’è il divenire di popolazioni che si riconoscono in valori comuni e in loro specifiche connotazioni umane e culturali acquisite nel tempo e che non si possono cancellare con un colpo di spugna”. La serata è stata arricchita dalle brillanti note musicali del Trio “Giaquinta -Loibiso-Gatto, che si sono alternati agli interventi dei relatori.