I carabinieri della Stazione di Ragusa Ibla hanno arrestato un algerino per aver malmenato per l’ennesima volta la (ormai ex) convivente. Dopo l’ennesimo caso delittuoso i militari sono infine riusciti a dichiararlo in stato d’arresto e sottoporlo agli arresti domiciliari presso l’abitazione della sorella, nella parte superiore di Ragusa, quindi abbastanza lontano da Ibla dove abita l’ex convivente.
I militari sono riusciti a ricostruire l’intera storia e forse non sarebbero arrivati all’arresto – con un concreto rischio per la vita della donna se lui fosse rientrato in casa – solamente grazie al provvidenziale intervento di un’autoambulanza della Croce Rossa Italiana, mandata a casa della donna dal 118. La pattuglia dei carabinieri, visto passare il mezzo di soccorso e capito che c’era qualcosa di grave in ballo, lo ha seguito scoprendo tutta la vicenda.
Il tutto è iniziato l’altra sera, sul tardi. L’uomo, il 39enne algerino Rachid Bettabghor, personaggio da tempo noto ai carabinieri e residente da anni in Italia, incontra per caso l’ex convivente in giro per Ibla. Non la vede da fine gennaio quando i carabinieri, su ordine del giudice, gli notificano la misura cautelare dell’allontanamento da casa, scaturita dopo diversi interventi operati dai militari nella casa della coppia dove la donna era ripetutamente vittima delle angherie e delle violenze dell’uomo.
I due chiacchierano e lui riesce a convincerla ad andare a casa da lei. Una volta arrivati i toni si fanno accesi. Non sono ben chiari i motivi, sebbene pare si trattasse di un debito di lui verso lei. L’uomo, forse messo verbalmente alle strette dalla donna, passa alle maniere forti e la prende a calci e pugni. Pare che in questa occasione lui le abbia sferrato il calcio al costato che poi porterà i medici a riscontrare una frattura. Lei comunque riesce a buttarlo fuori dalla porta. Lui, evidentemente furibondo, sale dal pluviale ed entra dalla finestra aggredendola nuovamente. A questo punto, svegliati dalle urla dei due in piena notte, i vicini sono tutti alle finestre e in strada e qualcuno chiama la polizia. Agli agenti, arrivati in fretta e furia, però la donna nasconde la ferità e omette di riferire d’esser stata picchiata, riducendo tutto a una lite con l’ex. Quest’ultimo viene allontanato e tutto ritorna alla normalità.
Ma poco dopo la donna si sente male e non riesce a respirare, chiama quindi il 118. Ed è a questo punto che i militari, vista l’ambulanza si accodano e arrivano sul posto. LA donna, evidentemente ancora psicologicamente succube del suo carnefice, ribadisce la versione delle difficoltà respiratorie ma i paramedici insistono per accompagnarla al pronto soccorso e infine ci riescono. Nel frattempo i carabinieri raccolgono le testimonianze dei vicini ma soprattutto trovano nei paraggi il Bettabghor e lo fermano. In ospedale i medici notano le “ammaccature” della poveretta e scoprono che ha una costola fratturata, la ricoverano con una prognosi superiore ai venti giorni. I militari hanno quindi arrestato l’algerino e lo hanno condotto in caserma. Qui l’hanno sottoposto ai consueti rilievi foto-dattiloscopici per poi, informato il pubblico ministero dott. Marco Rota, condurlo agli arresti domiciliari ove permarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I carabinieri, nell’augurarsi che in questa occasione la donna abbia definitivamente aperto gli occhi e capito con che razza di essere avesse a che fare, stanno ora valutando gli elementi in loro possesso per proporre l’uomo per la misura dell’espulsione per motivi di sicurezza pubblica.
L’ennesimo caso di comportamenti persecutori nei confronti di donne, fortunatamente anche in questa occasione l’Arma, come tutti i giorni dal 1814, vigila per “ricercar e inseguire i malfattori” “per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello stato e alla protezione e difesa dei buoni”.