La malattia silenziosa: l’incontinenza urinaria. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaQuando la donna presenta una perdita involontaria di urina attraverso l’uretra, si suole dire che soffre di incontinenza urinaria. E’ questa una patologia molto comune, infatti coinvolge più di 2 milioni di donne in Italia, pur tuttavia viene chiamata “malattia silenziosa” perché le donne che ne soffrono raramente ne parlano al proprio medico. Diciamo che qualsiasi donna potrebbe essere soggetta ad incontinenza urinaria, non si tratta, infatti, di età o di tipo di lavoro o di modo di vivere, ma è piuttosto dovuta a cause che possono essere anche transitorie.

Purtroppo, l’incontinenza urinaria si presenta come un problema invalidante, poiché impedisce le azioni quotidiane e condiziona psicologicamente la vita delle donne che ne sono affette, infatti la donna che vive questa patologia, preferisce non dichiararsi per evitare di essere additata come un soggetto svantaggiato.
Questo comportamento è senza dubbio una delle ragioni principali per la quale migliaia di casi di incontinenza rimangono sommersi. Ma l’incontinenza non è solo un problema di pregiudizio. Nel suo limitare fortemente la mobilità di chi ne è affetto crea delle vere e proprie emarginazioni di fatto. L’impossibilità della donna incontinente di camminare per troppo tempo e troppo a lungo o il doversi vestire in un determinato modo piuttosto che in un altro rappresentano quegli aspetti pratici che cambiano la vita di ogni giorno in maniera inattesa e repentina. Questo aspetto è ancora più sentito da quelle donne la cui vita è particolarmente movimentata e che, per esempio, non possono più svolgere liberamente un’attività sportiva ma dovranno seguire una disciplina riabilitante.
Diverse possono essere le cause che provocano questa patologia. Spesso è dovuta ad un indebolimento del pavimento pelvico, ad un blocco dell’uretra o ad una diminuzione del tono sfinterico dell’uretra, ma ci possono comunque essere altre cause come le infezioni urinarie o vaginali, gli effetti secondari di alcuni farmaci, la debolezza muscolare, le malattie nervose e/o muscolari, gli effetti secondari di alcuni interventi chirurgici. Altri fattori di rischio possono essere la pluriparità (quasi un terzo delle donne incinte soffrono di incontinenza urinaria ed il rischio aumenta con parti successivi), la menopausa (un rilassamento dei tessuti uterini e un cambiamento delle mucose potrebbero portare all’incontinenza), la costipazione (la costipazione cronica ha delle conseguenze sui muscoli pelvici e quindi direttamente sul sistema di continenza).
Come le cause anche i sintomi vanno bene interpretati in relazione ai trascorsi del paziente, in ogni caso i sintomi dell’incontinenza urinaria possono essere così riassunti: perdite di urina mentre si ride, si tossisce o si starnutisce; bisogno urgente di andare al bagno; forte voglia di andare ad urinare ascoltando o vedendo dell’acqua scorrere; sensazione di residui di acqua nella vagina dopo il bagno; voglia di urinare più di due volte durante il sonno; minzione dolorosa.
E’ bene sapere anche che il quadro sintomatico si modula a seconda del tipo di incontinenza. Infatti abbiamo l’incontinenza da sforzo, dove la perdita d’urina si avverte quando si ride, si tossisce, si starnutisce, si salgono delle scale o si sollevano dei pesi. Nella maggior parte dei casi, si tratta di qualche goccia, ma queste poche gocce alterano la vita quotidiana delle donne che ne soffrono.
C’è poi l’incontinenza da urgenza, quando la perdita di urina è immediatamente successiva allo stimolo di urinare, infatti il bisogno è imperioso ed improvviso e le persone molto spesso non riescono ad arrivare al bagno in tempo.
L’incontinenza da rigurgito avviene quando la vescica è sempre piena, ma non è possibile svuotarla completamente, le persone sentono una forte voglia di urinare ed hanno delle perdite urinarie più meno abbondanti.
Concludo dicendo che purtroppo il più delle volte l’informazione legata a questa patologia è molto scarsa e viziata da pregiudizi inconsistenti, ed è causa di enormi incomprensioni, ritenendo, da parte di chi ne soffre, che non ci siano le possibilità di intervento o addirittura ritenute poco efficaci e temporanee.
Il mio invito, considerato che negli ultimi anni sono state introdotte diverse terapie orientate al superamento definitivo dell’incontinenza, è che le donne che soffrono di questa patologia devono innanzitutto rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia comprendendo che l’essere incontinente non è una colpa, non è un segno di decadenza ed invecchiamento precoce, ma solo una conseguenza del rilassamento dei muscoli pelvici. Solo attraverso una vera conoscenza del proprio problema, infatti, sarà possibile prevedere, in accordo con lo specialista, la strategia d’intervento migliore sia essa chirurgica, farmacologica o fisioterapeutica. L’informazione e la consulenza medica permetteranno alle donne affette da questa patologia di affrontare il fenomeno dell’incontinenza con serenità e prontezza.
Si tratta di ribaltare una prospettiva distorta dalla carenza di conoscenze e di imparare a guardare avanti con l’aiuto di chi può nuovamente restituire quella libertà e quella dignità solo momentaneamente perdute.

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