Fare prevenzione è la parola d’ordine specie con l’arrivo della bella stagione. Un argomento di strettissima attualità visto l’aumento negli ultimi anni di malattie cutanee legate proprio all’esposizione prolungata ai raggi solari, soprattutto nelle ore centrali del giorno. Infatti, anche se la scottatura superficiale è facilmente curabile, la lesione rimane in profondità, e nel corso degli anni può degenerare. A parlare dei rischi che si corrono il dottor Salvatore Marano, Responsabile dell’Area Dermatologica al Policlinico San Giorgio di Pordenone.
Dottore, si raccomanda di usare in vacanza filtri ad alta protezione in grado di bloccare i raggi UVB, ma anche gli UVA non sono da sottovalutare. In cosa si differenziano?
Le radiazioni solari che colpiscono la cute sono costituite prevalentemente dai raggi ultravioletti. Le emissioni ultraviolette si distinguono in UVB che sono radiazioni a banda corta che sono responsabili della fase di arrossamento della cute dopo esposizione solare. Sono anche costituite dagli UVA, radiazione a banda lunga che sono responsabili del’ abbronzatura della cute ma che per la loro stessa natura arrivano più in profondità’ nelle strutture cutanee danneggiando, in caso di abuso, il DNA cellulare e determinando un precoce invecchiamento della cute. Le attuali creme protettive solari proteggono da entrambi le radiazioni e vanno usate correttamente durante tutto il periodo dell’ esposizione solare, anche dopo che la cute è abbronzata.
Quali sono i soggetti e le pelli più a rischio di scottature ed eritemi durante i mesi estivi?
Sono stati fatti degli studi valutando la risposta della cute dopo l’ esposizione solare. Da questi studi è stata ricavata una scala di reattività della cute classificando in 4 fototipi i vari tipi di pelle:
fototipo 1: soggetti con capelli rossi o biondo chiaro con occhi azzurri, all’ esposizione solare si arrossano sempre e non si abbronzano mai. fototipo 2: soggetti di carnagione chiara, occhi azzurri, che all’esposizione solare si arrossano e si abbronzano pochissimo. fototipo 3: soggetti castani, mori, con pelle olivastra che all’esposizione solare si arrossano modicamente e si abbronzano bene. fototipo 4: soggetti mori che all’esposizione solare non si scottano mai e si abbronzano subito. Chiaramente si evince che i fototipi 1 e 2 sono i soggetti che, più degli altri, si devono attenere scrupolosamente alla corretta esposizione e soprattutto all’esposizione proteggendosi con creme ad alta protezione ed evitando sempre le ore centrali del giorno.
Ci sono parti del corpo che andrebbero protette maggiormente?
Si, le parti del corpo che generalmente non vengono mai esposte al sole. E’ bene fare alcune considerazioni: la cute esposta al sole va sempre protetta in qualsiasi parte del corpo, a partire dai capelli perché subiscono molto l’azione dannosa dei raggi ultravioletti e quindi responsabili delle cadute autunnali dei capelli che spesso venivano imputate ad altre disfunzioni organiche.
Quali sono le precauzioni da prendere nel caso di bimbi molto piccoli?
Una recente scoperta durante lo studio di tumori cutanei ha evidenziato che i soggetti ad alto rischio di queste neoplasie erano coloro che in giovane età avevano subito molteplici scottature solari. Pertanto l’ esposizione al sole dei soggetti in tenera età è sempre sconsigliata nelle ore centrali della giornata e deve essere scrupolosamente protetta con delle creme ad alta protezione e anche con l’ uso di magliette di cotone.
Andare incontro a tumori cutanei in casi di esposizioni eccessive al sole, rimane un rischio da non trascurare.
I tumori cutanei di origine epiteliale sono percentualmente più elevati in soggetti che, per lavoro o per attività ricreazionali sono state per tanto tempo esposte al sole, considerato anche che la genetica incide molto nella formazione dei tumori della pelle.