Matrimoni bianchi o non consumati. La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaNon so se avete letto la notizia, pubblicata in questi giorni, della richiesta di annullamento del matrimonio tra la Marini e il suo compagno, perché “ il matrimonio non è stato consumato.”!!Tralascio ogni considerazione sul caso in particolare, ritengo che si tratti più di gossip che di notizia fondata e in ogni caso non è dell’aspetto puramente legale o religioso di cui desidero occuparmi, bensi delle cause specificamente mediche. Il concetto di “matrimonio bianco” è molto antico. Se consultiamo il diritto canonico, vediamo che esiste il concetto di “ratus et non consumatus ” quale causa di annullamento del valore religioso, e quindi legale, del matrimonio.
Nella pratica clinica, in verità, la definizione di matrimonio bianco è un po’ più articolata. Si potrebbe definire “bianco” un matrimonio, o una relazione di coppia non matrimoniale, dove non sia possibile una gravidanza per motivi sessuali, in una forma più estensiva si potrebbe dire “bianca” una relazione di coppia in cui sia assente la penetrazione, ed andando ancora oltre si potrebbe intendere con questa espressione ogni forma di relazione in cui l’erotismo sia escluso. Tutto questo ci fa capire il perché l’espressione “matrimoni bianchi” è stata abbandonata, perché troppo vaga.

Potrebbe sembrare paradossale, ma il numero stimato di situazioni matrimoniali o di coppia nelle quali non c’è la penetrazione del pene in vagina è abbastanza alto. Per quanto riguarda le possibili cause, si suole classicamente dividerle in femminili, maschili e miste.
Delle cause femminili la più importante è il vaginismo ossia l’impossibilità per la donna di accettare che qualcosa entri nella vagina per una contrazione involontaria e spasmodica dei muscoli che circondano l’ostio vaginale. Si tratta di una disfunzione sessuale con una componente di fobia piuttosto elevata, infatti la paura della penetrazione è tale per cui non si tenta neppure e si evitano accuratamente tutte le situazioni in cui la penetrazione potrebbe avvenire. Nonostante la disfunzione, queste giovani donne sono in grado di stabilire relazioni intime, anche matrimoniali, per lunghi periodi. In questi casi il problema emerge perche’ c’è il desiderio di maternità. I partner delle donne con vaginismo non sono necessariamente inibiti o inesperti sessuali, si tratta di maschi dotati mediamente di sensibilità particolare, poco aggressivi, tendenti alla mediazione. La coppia può manifestare una ricca e gamma di comportamenti erotici che durano per anni, escludendo la penetrazione e dimostrarsi in ogni modo creativa in termini di piacere. Esaminando le cause maschili, il deficit erettile grave o la grave eiaculazione precoce (detta ante portam ), possono essere causa di impossibilità alla penetrazione.
Infine, ci sono le cause miste, in cui entrambi i componenti della coppia collaborano involontariamente al mantenimento del sintomo . Sono casi in cui si associa un forma lieve di vaginismo con inibizione o ansia sessuale maschile, oppure un lieve avversione femminile con una scarsa determinazione maschile. Non tutte le donne con vaginismo avranno un matrimonio bianco: molto dipende dall’attenzione e dalla capacità dell’uomo a vincere progressivamente le reazioni difensive delle donne alle prime esperienze sessuali. Un eccesso di aggressività o un atteggiamento eccessivamente remissivo e poco determinato da parte del maschio avranno l’effetto di stabilizzare il sintomo, mentre un atteggiamento paziente, ma deciso, renderanno possibile il rapporto completo dopo un tempo non necessariamente lungo.
Ci sarebbero ancora situazioni particolari da esaminare, come per esempio la studentessa, che ritiene che non è mai il momento per un rapporto completo dato che deve laurearsi, si limita al petting, che in fondo è lecito e piacevole purché non si tenti la penetrazione. Se lui non lo capisce è perché non sa apprezzarla e quindi non la merita, se insiste troppo è volgare e maleducato. Oppure il caso della donna che ritiene che il sesso è il prezzo che si deve pagare per riprodursi come ha insegnato la mamma. Meno si fa meglio è, e solo quando si può restare gravide, dopo il matrimonio. Il piacere non serve, anzi è pericoloso. E che dire poi della verginità, valore inestimabile per molte donne, che influenza scelte di vita rilevanti e determina i comportamenti sessuali che possono modificarsi durante la vita in base alla propria storia personale, diventando un fattore educativo importante per le future figlie.
Non voglio dilungarmi oltre, un breve accenno ad una eventuale terapia : trattamenti psichiatrici per le fobie della penetrazione e nei disturbi di personalità, nelle coppie collusive. Quando, invece, alla base vi è l’ignoranza del problema, i pregiudizi, e la mancanza di esperienza, importante è l’intervento socio-culturale. Infine la terapia sessuologica nel condizionamento in vivo del vaginismo e nelle problematiche sessuali maschili o di coppia (attualmente questo approccio integrato da la maggior garanzia di guarigione).

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