I Carabinieri della Stazione di Acate hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa, Claudio Maggioni, concordante con la richiesta effettuata dal Pubblico Ministero, Gaetano Scollo, sulla base delle risultanze investigative acquisite dai militari della citata Stazione a carico di un 51enne acatese bracciante agricolo, con precedenti di polizia, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza sessuale, violenza privata, atti persecutori, danneggiamento continuati e pluriaggravati commessi nei confronti della moglie convivente, una casalinga di 52 anni, madre delle sue due figlie, di cui una minorenne.
Nello specifico i Carabinieri della Stazione di Acate accertavano che l’arrestato agendo in stato d’ira, dovuto all’abuso di bevande alcoliche, anche in presenza della figlia 14enne, con cadenza giornaliera, metteva in atto una serie di condotte vessatorie caratterizzate da violenze psicologiche, fisiche e verbali, sputandole addosso, ingiuriandola e minacciandola ripetutamente di morte, utilizzando vari corpi contundenti ed armi improprie quali bastoni, spranghe di ferro e coltelli, nonché lanciando secchi e sedie e rompendo tutti gli oggetti che gli passavano per le mani, accusandola di essere la principale responsabile dei loro problemi economici, lasciandola spesso fuori di casa impedendole di rientrare, profferendo al suo indirizzo, espressioni ingiuriose, nonché cagionandole lesioni personali anche non refertate, rendendole la vita impossibile e facendola vivere in persistente clima di sudditanza psicologica, di terrore e di paura; in particolare
nel mese di dicembre 2011, la schiaffeggiava e la spintonava violentemente così da farle urtare il viso contro un armadio, procurandole un evidente ecchimosi all’occhio destro;
nel 2012, in una circostanza, prendeva una tavola di legno e la colpiva al polpaccio della gamba sinistra, procurandole un ematoma; sempre nel 2012, le impediva di entrare nella casa coniugale e le lanciava contro dei vasi dal balcone; nel gennaio 2013, in svariate occasioni, la percuoteva con schiaffi, pugni e calci, ponendo fine alle diverse aggressioni solo a seguito dell’intervento delle figlie; nel corso dell’estate del 2013, colpiva la moglie con una spranga di ferro, nonché distruggeva il campanello di casa; nel febbraio 2014, prendeva un martello e la inseguiva sino a costringerla ad uscire di casa, mentre la mattina seguente la minacciava con un bastone, senza riuscire a colpirla grazie all’intervento della figlia; la notte tra il 16 e il 17 aprile 2014, agendo sempre in stato di ubriachezza, nel tentativo di avere un rapporto sessuale in macchina con la moglie, a seguito del rifiuto opposto da quest’ultima, staccava lo specchietto retrovisore dell’autovettura e lo sbatteva contro il viso della donna, procurandole “un trauma nasale con ferita lacero contusa”, giudicato guaribile dai sanitari del Pronto Soccorso di Vittoria in 10 giorni. Lo stesso più occasioni costringeva con la forza, insulti e minacce, costringeva la moglie ad avere rapporti sessuali completi con lui, nonostante l’opposizione della vittima.
La moglie, dopo la separazione di fatto avvenuta a seguito dei fatti narrati, era stata costretta a rifugiarsi presso l’abitazione della cognata al fine di sottrarsi alle condotte intimidatorie e violente perpetrate ai suoi danni, mediante minacce, molestie e telefonate ossessive, mandandole altresì sms, in qualsiasi ora del giorno e della notte, augurandole di morire di fame, intimorendola affermando che quello che le aveva fatto non era nulla rispetto a quello che avrebbe potuto farle, nonché recandosi presso l’abitazione dove dimorava la donna, minacciandola, dicendole che avrebbe fatto una strage uccidendo tutte le persone che la stavano aiutando, che non doveva rientrare a casa perché avrebbe bruciato la stessa abitazione, cagionando alla persona offesa un perdurante e grave stato di ansia e di paura e ingenerando in tal modo un fondato timore per la sua incolumità o di un prossimo congiunto, costringendola ad alterare le sue abitudini di vita, a causa della paura costante di incontrarlo e del pericolo concreto di lesioni ai suoi danni.
Nel corso della perquisizione domiciliare presso l’abitazione dell’uomo, i Carabinieri della Stazione di Acate hanno rinvenuto una balestra con i rispettivi dardi, nonché una carabina ad aria compressa, che valutata la pericolosità dell’arrestato, è stata sottoposta a sequestro preventivo.
Al termine delle formalità di rito, l’arrestato è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea. Si tratta del secondo arresto per maltrattamenti contro familiari o conviventi effettuato dai Carabinieri della Compagnia di Vittoria nell’anno 2014, dopo gli oltre 20 casi trattati e risolti nel corso del 2013.