A Comiso la Polizia dopo laboriose indagini individua due ladri di oggetti antichi e preziosi.

POLIZIA COMISOIndagini serrate da parte degli uomini della Polizia di Stato hanno permesso di individuare e segnalare all’Autorità Giudiziaria due ladri pregiudicati autori di furti nelle abitazioni rurali.  Giorni addietro si è presentato un signore comisano il quale denunciava il furto subito presso la sua costruenda abitazione estiva, sita in c.da Margitello, in territorio del Comune di Comiso, specificando che, nella sua proprietà rurale, sta ristrutturando una casa per poterci abitare estate e inverno. L’uomo sino alla sera precedente il furto era stato nella sua proprietà osservando che tutto era nella norma. Alcuni giorni dopo, intorno le ore 15,30, ritornando nuovamente sul posto, aveva l’amara sorpresa di notare che ignoti malviventi avevano divelto il catenaccio del cancello in ferro ed entrati illecitamente nella proprietà, avevano asportato una pilozza in pietra di Comiso antica, un collo di pozzo antico in pietra, danneggiando un contenitore in gergo chiamato scifo antico in pietra.
Questo episodio, lo portava alla costruzione di alcuni “offendicula” (oggetti che permettono la difesa privata di immobili) affinché se fossero ritornati gli ignoti malviventi avrebbero avuto problemi con i pneumatici delle auto.
Alcuni giorni dopo notava ancora che il lucchetto del cancello era nuovamente rotto e, da un controllo, appurava che gli ignoti malviventi avevano questa volta sottratto un’altra pilozza antica in pietra, un altro collo di pozzo, due scifetti piccoli antichi rotondi, due scifetti antichi rettangolari,uno quadrato e una bacheca evotiva stile antica in pietra scolpita con inciso la data 1836.
Gli offendicula però avevano avuto il loro effetto e l’uomo decideva di chiamare la Polizia per far constatare quanto accaduto.  Gli agenti di Polizia iniziavano a raccogliere informazioni nella zona e appuravano che un furgone bianco FORD Transit, con tre uomini a bordo, aveva fatto manovra all’interno di un terreno privato e il testimone ricordava che aveva i due pneumatici anteriori scoppiati. Asseriva inoltre che il furgone citato, era stato poi abbandonato nelle vicinanze.  A quel punto i poliziotti si facevano indicare il luogo ove era stato abbandonato il furgone rinvenendolo vuoto.  Il veicolo perfettamente corrispondente alle descrizioni fornite dai testimoni, veniva sequestrato.  Gli investigatori del Commissariato, ricostruendo l’accaduto, appuravano che dopo il furto ed il danneggiamento del furgone, al quale era state tolte le targhe nel maldestro tentativo di non far addivenire alla proprietà dello stesso, i ladri, sino a quel momento ignoti, avevano provveduto a trasferire gli oggetti trafugati dal furgone ad un motocarro per poi assicurali in non meglio precisati locali.
A seguito di accertamenti effettuati tramite la banca dati delle forze dell’ordine si risaliva al contraente di una assicurazione che risultava essere tale C. G. ragusano del del 1976 pregiudicato ed era in uso ad un altro pregiudicato vittoriese ma residente a Ragusa ed imparentato con il CG. Si tratta di CM vittoriese del 1987 già noto alle forze dell’ordine sin da quando era minore.
Gli accertamenti effettuati anche sui tabulati dei numeri di telefono dei pregiudicati permettevano di appurare che entrambi in orario vicino e successivo al furto erano esattamente nella zona in cui erano stati commessi i furti, a confermare il tutto i dati relativi alle cella d’aggancio delle utenze telefoniche.
Alcuni giorni dopo gli impuniti ladri tentavano ancora di rubare altri oggetti antichi ma questa volta erano colti sul fatto dal proprietario che immediatamente allertava il 113.
Immediatamente personale di quest’Ufficio si recava sul posto nel tentativo di rintracciare i due fuggitivi ma purtroppo il proprietario si era fatto notare dai ladri. Giunti sul posto i Poliziotti contattavano la vittima il quale riferiva loro che i due soggetti avendolo visto si erano dati alla fuga, tentando di salire su un’autovettura AUDI 80 ma, braccati, erano scappati a piedi per le campagne. L’autovettura veniva rinvenuta aperta e con la chiave di accensione posata all’interno di un vano porta oggetti del cruscotto. Ancora una volta i dati relativi alla vettura erano riconducibili ad un parente dei due ragusani denunciati che, per mascherare i fatti, aveva effettuato anche una denuncia di furto dell’auto.
Successivamente la vittima presentava la denuncia relativa agli ultimi episodi verificatisi e riferiva anche che dopo che la Polizia aveva rimosso l’autovettura audi 80 dei presunti malviventi affidandola al carro attrezzi ed era andata via, gli perveniva alla utenza cellulare una chiamata con numero riservato e alla sua risposta, un anonimo interlocutore gli profferiva le seguenti frasi: SBIRRU, MERDA; altri accertamenti effettuati hanno permesso anche di individuare sempre nel CM del 1987 colui il quale aveva effettuato la telefonata minatoria e pertanto vista la concomitanza degli eventi e la dinamica ricostruita dalla Polizia anche come l’autore di quest’ultimo tentativo di furto.
Tutti sono stati denunciati anche per ingiurie e minacce ai danni della vittima del furto.

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