Cgil, Cisl e Uil, appello a Napolitano per evitare la chiusura del carcere di Modica

carcere di modicaAppello per mantenere in vita la Casa Circondariale di Modica. Lo lanciano Cgil, Cisl e Uil al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, partendo dal primo febbraio 2013, nell’ambito della riorganizzazione del sistema penitenziario, quando il Ministro della Giustizia ha decretato la soppressione della Casa Circondariale di Modica dotata di una capienza detentiva di ottanta unità mentre nell’aprile scorso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Palermo, ha dichiarato imminente e poi, “ad limina”, ha sospeso per un periodo pari a trenta giorni decorrenti dal 15 Maggio 2014, l’esecutività del provvedimento di chiusura.

“Come è stato illustrato al Prefetto di Ragusa il 21 maggio scorso – dicono i segretari generali, Giovanni Avola , Paolo Sanzaro e Giorgio Bandiera – si tratta di una decisione che non tiene conto di una serie di aspetti legati, da una lato alla peculiarità del territorio, terra di frontiera ed ultima propagine del continente europeo, teatro di sbarchi di cittadini extracomunitari ed i cui autori, gli scafisti, una volta assicurati alla giustizia accrescono il sovraffollamento cui notoriamente versa l’istituto di Ragusa, situato a pochi chilometri da Modica.
In tale ambito, non può sottacersi il fatto che le indicibili situazioni di sovraffollamento cui versa anche il carcere di Ragusa, hanno anche concorso ad instaurare, a carico della nostra Nazione, una procedura d’infrazione in ambito Europeo”.
Si consideri, altresì, come tali situazioni di sovraffollamento determinino una criminogicità intrinseca nel sistema, poiché espongono l’Erario a fenomeni risarcitori, intentati da quei detenuti che per effetto del cosidetto caso “Torregiani” vedono riconoscersi tali somme a seguito del rapporto eziologico con la modalità detentiva.
“Ciò, ovviamente, non può che avere effetti deleteri per la finanza pubblica chiamata, in un momento di particolare impegno delle istituzioni, dei cittadini e dell’intera comunità Nazionale al rispetto stringente dei vincoli imposti nel Bilancio dello Stato, per effetto del contenimento della spesa pubblica.

Viceversa quanto sopra potrebbe facilmente essere evitato se si considera che nella Casa Circondariale di Modica, luogo nel quale fra l’altro è istituita ed è pienamente operativa alla data odierna una sezione di detenuti cosiddetti “semiliberi”, operano corsi di scuola elementare media inferiore e superiore, sono attivi, fra l’altro, corsi di lavoro intramurario, è fruibile una sala polivalente ed un’aula multimediale che nell’ambito del progetto denominato “Opossum” prevede l’utilizzo di computer riciclati. E’ inoltre in via di perfezionamento, un progetto socio culturale ideato dalla Sovrintendenza ai beni Culturali ed ambientali di Ragusa che prevede l’impiego di detenuti in funzione di guida dell’attiguo chiostro annesso alla Chiesa del Gesù e dichiarato di Patrimonio Storico – Architettonico nell’ambito di una città barocca , Modica, su cui insistono diversi siti UNESCO”.
Nella lettera viene sottolineato come la struttura è stata recentemente ristrutturata con copiosi interventi manutentivi finanziati dal F.S.E e che le camere detentive sono dignitose, provviste di bagno e con riscaldamenti e presidi sanitari efficienti.
“E’ possibile che in una fase in cui le carceri italiane sono sovraffollate e servono risorse per costruirne di nuove si debbano chiudere quelle a norma e in perfetta efficienza?
In tale prospettiva, il Senato della Repubblica, con o.d.g a firma dei Senatori Padua ed altri, ha impegnato il Governo a valutare anche attraverso la trasformazione della Casa Circondariale di Modica in struttura di custodia attenuata per il trattamento delle tossicodipendenze, a mantenere in vita la struttura in un contesto sociale già fortemente recentemente depauperato per effetto della soppressione del Tribunale di Modica che è stato accorpato con quello di Ragusa ma che rimarrà in vita come struttura per effetto della legge di stabilità che ne prevede il funzionamento con risorse della Regione Sicilia.
Si segnala inoltre che mesi addietro il carcere di Nicosia in provincia di Enna, pur con ridotta capienza detentiva e oggetto di analogo provvedimento di soppressione, è stato salvato con apposito intervento del Ministro di Grazia e Giustizia, Cancellieri”.

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