Egr. Sig. Sindaco,
Ho recentemente partecipato ad un Consiglio Comunale aperto nel quale si è discusso dei Liberi Consorzi. Per me era la prima volta e devo dirLe che è stata un’esperienza entusiasmante e costruttiva, perché in quella sede mi sono sentito protagonista nella determinazione di scelte fondamentali per la nostra città. Dopo quel Consiglio Comunale credevo che si sarebbe aperto un dialogo continuo tra le forze sociali, le associazioni, i partiti e mi ero convinto che Lei, che è il Capitano della nave, avrebbe seguito la rotta del confronto, per motivare le Sue ragioni e per ascoltare le ragioni di chi ha sollevato dubbi, incertezze, paure e perplessità in merito alla costituzione del Consorzio del Val di Noto. Mi ero convinto che in questa specifica ipotesi Lei avrebbe incarnato la figura carismatica del leader, il vero leader, colui che non ha bisogno di imporsi ma che riesce, con gli argomenti e la forza delle proprie idee, a convincere, unire, compattare il tessuto sociale e politico cittadino. Mi ero anche convinto che avrebbe potuto riflettere sulle ragioni altrui e ne avrebbe fatto tesoro.
Le mie speranze sono andate deluse.
Leggo su La Sicilia di ieri che Lei sta lavorando “con i consiglieri delle altre città” sostanzialmente per bypassare lo scarso entusiasmo che Rustico, Ammatuna e Susino hanno mostrato nei confronti del Suo progetto e, quindi, per “costringerli” (di fatto è questo il fine) a “subire” la Sua idea. Mi permetto solo di osservare che in questo modo finiremmo per assumere verso i nostri vicini lo stesso atteggiamento che rimproveriamo (non so fino a che punto a ragione o a torto) ai ragusani.
Leggo che, a Suo parere, a Modica si sta muovendo un fronte “conservatore”, soprattutto all’interno delle associazioni di categoria, un fronte conservatore nel quale, Lei dice, “qualcuno ha motivo di pensare a se stesso e lottare per lo status quo”.
Sig. Sindaco, sono questi gli argomenti che dovrebbero dimostrare la giustezza della Sua idea?
Non ha imparato nulla dalla consultazione elettorale di domenica?
Perché vuole imitare certi modi di fare politica, tacciando di “impurezza” tutti coloro che non la pensano come Lei?
Perché ritiene di condurre la Sua battaglia utilizzando l’arma del discredito e del sospetto personale?
Eppure io credo che gli argomenti per superare le perplessità altrui non Le dovrebbero mancare, no?
Lei può ritenermi un illuso, sicuramente non sono un politico nel senso “strategico” del termine, ma Le confesso che per un momento ho utopisticamente ritenuto che questa scelta sui Liberi Consorzi la dovessimo prendere tutti insieme, dopo esserci confrontati, dopo avere parlato, dopo avere esposto ognuno la propria tesi ed averne argomentato le motivazioni, dopo averne confutato il fondamento e dopo avere raggiunto una sintesi che unisce e che non divide.
Dall’articolo di ieri, invece, apprendo, con mio grande rammarico, che Lei non ha nessuna intenzione di confrontarsi, né di unire i modicani, ma vuole solo ottenere l’affermazione della Sua idea, ad ogni costo, riducendo il processo politico ad una contesa dove contano i muscoli e non la ragione.
Le Sue parole mi hanno fatto dubitare che per Lei la questione dei Liberi Consorzi non è il fine, ma il mezzo, un mezzo attraverso il quale vincere una sfida che sembra essere diventata esclusivamente personale e non più politica.
Mi chiedo che senso abbia tutto questo.
Mi chiedo che utilità potrà avere Modica.
La prego, dunque, non tanto di cambiare i Suoi progetti, quanto di cambiare il modo con cui essi verranno perseguiti.
Come ho già detto in occasione di quel Consiglio Comunale aperto, La invito a dialogare con tutti, anche coloro che Le sembrano (ripeto sembrano) i suoi più accaniti oppositori, e a convincerli che la Sua idea è buona.
Se sarà in grado di unire i modicani in un progetto comune e pienamente condiviso Lei avrà superato la sfida più importante, che è quella di essere il Sindaco di tutti, al di là delle appartenenze e a prescindere dai colori politici.
Potrà sembraLe banale, ma voglio citare la frase di un celebre film nel quale il protagonista, un pugile che vince l’incontro con le armi dell’umiltà e della tenacia, afferma che “se un uomo solo può cambiare, tutto il mondo può cambiare”.
Ecco, se riuscirà a convincere uno solo di coloro che non hanno aderito al Suo progetto, sicuramente potrà convincere anche tutti gli altri.
Con fiducia e affetto
Antonio Ruta
Lettera aperta al sindaco di Modica dell’avvocato Antonio Ruta
- Maggio 27, 2014
- 6:26 pm
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