I Consiglieri Comunali di Modica, Vito D’Antona, Tato Cavallino, Alessio Ruffino e Michele Colombo hanno presentato una Mozione di indirizzo, per essere discussa ed eventualmente approvata, con la quale si impegna la Presidenza del Consiglio Comunale e la Conferenza dei Capigruppo di avviare gli opportuni contatti, con le modalità che vorranno fissare, con i comuni della ex Provincia di Ragusa per verificare l’ipotesi di un libero Consorzio di comuni, a cominciare da quelli che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco, che abbia come base il territorio della ex Provincia aperto ai comuni limitrofi, riunificato da un nuovo patto di solidarietà e di coesione”.
Ecco di seguito il documento:
“Il Consiglio Comunale di Modica,
Vista la Legge Regionale 24 marzo 2014, n. 8, concernente l’istituzione dei liberi Consorzi comunali, la quale prevede, oltre alla istituzione, in via transitoria, di nove liberi Consorzi comunali, coincidenti con le attuali Province regionali, la facoltà da parte dei comuni di costituire ulteriori liberi Consorzi, rispettando i criteri e le modalità contenute nell’articolo 2;
Preso atto del dibattito svoltosi in occasione della seduta aperta del Consiglio Comunale il 29 aprile, nella quale sono state registrate diverse posizioni, sinteticamente riassumibili in tre opzioni: un consorzio che aggreghi i comuni del cosiddetto Val di Noto, un consorzio che aggreghi i comuni di quella che era la provincia di Ragusa, allargata ad altri comuni limitrofi, ed un consorzio comprendente le attuali ex province di Ragusa e Siracusa;
Rilevato che appare indispensabile per la città di Modica cogliere l’opportunità offerta dalla legge, mediante la quale si può pensare ad un nuovo progetto di sviluppo che abbia come obiettivo quello di fare recuperare alla città un ruolo politicamente ed economicamente strategico e decisivo che, a causa di scelte nefaste dei Governi nazionali e regionali e di una insufficiente resistenza locale, ha subìto negli ultimi anni una preoccupante battuta d’arresto, della quale la soppressione del Tribunale ne rappresenta la ferita più dolorosa;
Rilevato che seppure le opzioni oggetto del dibattito di queste settimane appaiono legittime e fondate su esigenze che meritano rispetto e su sensibilità oggettivamente presenti tra i cittadini e che è necessario effettuare una scelta che guardi al futuro della nostra città;
Rilevato, tuttavia, che la città di Modica negli ultimi ottant’anni ha fatto parte di quella che era la Provincia di Ragusa e che nel dopoguerra ha contribuito con le sue attività economiche, culturali e sociali, alla creazione di un vero e proprio sistema denominato “Modello Ragusa”, che ha fatto della provincia un territorio dinamico, produttivo, aperto e al riparo dalle conseguenze delle tanti crisi economiche che invece hanno interessato altre zone della Sicilia e del Mezzogiorno d’Italia;
Rilevato che il territorio della provincia di Ragusa è caratterizzato da una agricoltura di qualità, dalla zootecnia dell’altipiano ibleo alla serricoltura della fascia costiera, con prodotti di eccellenza ed apprezzati in tutto il mondo, da un tessuto di piccole e medie imprese dinamiche e competitive, che hanno fruito di ampie, moderne ed attrezzate zone industriali ed artigianali, da una patrimonio architettonico unico al mondo, per il quale ben tre comuni su dodici, Ragusa, Modica e Sccli, si possono fregiare del riconoscimento del patrimonio Unesco, da un turismo in ascesa;
Rilevato, ancora, che in questi ultimi anni sono state realizzate importanti opere infrastrutturali, quali il Porto di Pozzallo, il Porto di Marina di Ragusa, l’Aeroporto di Comiso e sono in procinto di essere avviati l’Autoporto di Vittoria, i lotti della Autostrada Siracusa-Gela e il raddoppio della Strada Statale Ragusa-Catania;
Ritenuto che le affinità e gli interessi della città di Modica stanno dentro questo territorio e che un distacco per seguire altre ipotesi, qualora realizzate, provocherebbe inevitabilmente un contemporaneo impoverimento dell’attuale Consorzio e la realizzazione di un piccolo e poco competitivo nuovo Consorzio, a fronte di una dinamica economica che premia sempre più le aree vaste e competitive;
Visto l’art. 10 della legge, nel quale appare chiaro che le funzioni dei liberi Consorzi possono avere una maggiore efficacia ed economicità all’interno di un territorio vasto e competitivo;
Ritenuto, pertanto, che occorre perseguire la strada di un rafforzamento dell’attuale Consorzio coincidente con la Provincia di Ragusa, avviando un dibattito con i restanti undici comuni finalizzato ad un nuovo patto di solidarietà, nel quale, diversamente dal passato, nessun comune può pensare di esercitare un ruolo preminente rispetto agli altri, ma avviando un percorso di solidarietà e di condivisione di scelte e di strategie rivolte ad un rafforzamento dell’intero territorio, verificando la possibilità di coinvolgimento di quei comuni delle province limitrofe già orbitanti per ragioni diverse nel territorio ragusano, a cominciare da quelli che hanno ottenuto il riconoscimento Unesco, da Noto, a Palazzolo Acreide a Caltagirone;
Preso atto che tale posizione è ampiamente condivisa dalla Cgil provinciale, dalla Cna e dalla Confcommercio modicane, le quali la hanno espressa pubblicamente, mentre di contro si registra negli ultimi giorni, rispetto a qualche settimana fa, la contrarietà dei comuni, a cominciare da quelli più vicini a Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo, alla ipotesi portata avanti dall’Amministrazione Comunale e condivisa dalla maggioranza consiliare.