Sulla questione dei Liberi consorzi comunali è in atto un dibattito nel quale gli interventi, tutti legittimi e argomentati, non possono che avere diritto di cittadinanza. Le prospettive sulle scelte sono abbastanza diversificate. Le tesi presentano tutte parti di verità. All’interno del Consiglio comunale di Modica c’è una posizione della maggioranza che sostiene il sindaco Abbate e che si muove nella direzione del Consorzio del Val di Noto, ma ci sono anche altre mozioni che propongono un allargamento dell’ex provincia di Ragusa ad altri comuni del siracusano.
Chi scrive ha anche detto la propria, e cioè che il Consorzio del Val di Noto aprirebbe una nuova pagina per Modica. Ho anche letto e ascoltato le posizioni assunte pubblicamente da altri personaggi come il Senatore Concetto Scivoletto, gli ex sindaci di Modica, Carmelo Ruta e Saverio Terranova, il segretario provinciale della Cgil, Giovanni Avola, il prof. Giovanni Di Rosa, lo storico Giuseppe Barone, l’on. Antonio Borrometi, l’avv. Paolo Ruta, l’ex sindacalista Salvatore Rando, il sig. Emanuele Cavallo, il Presidente del Consiglio Comunale di Modica Roberto Garaffa, tanto per citare quelli più rilevanti. Anche diversi esponenti della cultura modicana hanno dibattuto il problema nell’ambito di una iniziativa del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, dando il loro contributo, ed altre realtà associate si sono espresse con le loro figure di rappresentanza.
Certamente non può che esserci rispetto per tutte le posizioni, almeno per quelle che non hanno usato toni offensivi verso chi ha espresso opinioni diverse, pur tuttavia non possono essere questi interventi a condizionare le scelte, né può essere il Consiglio comunale, per quanto rappresentativo della città, a decidere sull’argomento senza un ascolto della città.
Invito pertanto il sindaco di Modica Abbate a farsi promotore di un referendum cittadino per fare decidere ai modicani. La responsabilità di una scelta deve avere il consenso della città e dei cittadini, che con il loro voto devono dare un’ indicazione.
Tutti coloro che fino ad oggi hanno dato il loro contributo di riflessione, vale dire, consiglieri comunali, rappresentanti istituzionali e di partito, rappresentanti sindacali e delle associazioni di categoria, intellettuali ed esponenti della cultura, singoli cittadini intervenuti nel consiglio comunale aperto non possono pretendere di far prevalere la loro posizione, ritenendola quella più giusta e valida per tutti.
Il sottoscritto ha già detto e scritto, con argomenti fondativi sul piano antropologico, culturale, turistico, economico e sociale, che un Consorzio del Val di Noto è una strada percorribile e preferibile, ma non si sente di dire che è quella più giusta. Se un referendum lo confermasse, ne sarei lieto. Ma se la considerasse inopportuna e incerta, accetterei il dettato della maggioranza dei modicani. Una verità, se tale la si crede, non si impone ma si costruisce!