Assostampa Ragusa. Tavola rotonda: “La dignità dello straniero: dai media all’inserimento sociale”

tavola rotondaL’emergenza immigrazione che la provincia di Ragusa vive in questi mesi come nuova porta del Mediterraneo, dopo la chiusura di Lampedusa, la fase organizzativa dell’accoglienza e l’inserimento dei rifugiati politici e richiedenti asilo nonché i doveri deontologici stabiliti dalla Carta di Roma per i giornalisti sono stati i temi della tavola rotonda promossa dall’Ordine dei Giornalisti, dall’Assostampa Ragusa anche come evento formativo per la categoria, e dalla Fondazione San Giovanni come incontro di chiusura del progetto regionale “Integrare per includere”.

Diverse le analisi fatte dai relatori su un fenomeno che riguarda non solo l’Italia ma anche l’Europa e ancor più prepotentemente il nostro territorio regionale e provinciale. Ad animare la tavola rotonda, moderata dal segretario di Assostampa Ragusa, Gianni Molè, il prefetto di Ragusa Annunziato Vardè, il responsabile dell’area immigrazione della Caritas diocesana, Vincenzo La Monica; il presidente della Fondazione San Giovanni Tonino Solarino che gestisce nel territorio diversi progetti Sprar di accoglienza dei rifugiati politici.
Vincenzo La Monica della Caritas ha analizzato, non solo attraverso i numeri delle presenze dei migranti e degli sbarchi, il processo migratorio. Un percorso che parte da molto lontano, da Paesi spesso senza diritti e democrazia e passa attraverso tappe che sembrano essere segnate: il deserto, il carcere in Libia, gli scafisti, i barconi e le varie frontiere, per continuare un viaggio che, nella gran parte dei casi, giunge fino al Nord Europa. “L’Italia e la Sicilia – ha sottolineato – per la maggior parte di questi migranti, rappresentano solo un corridoio, un luogo di passaggio prima di raggiungere mete più ambite”. Il referente Caritas ha inoltre illustrato le strategie alternative, alcune delle quali già in atto in alcuni Stati europei, che potrebbero, senza repressioni violente, arginare questo business da milioni di euro”. Il prefetto di Ragusa Annunziato Vardè si è soffermato invece sulle modalità di accoglienza e della necessità di far fronte ad un fenomeno senza precedenti, attuati dalla Prefettura di Ragusa. Un’organizzazione che ha portato a risultati molto positivi anche a fronte di numeri che potrebbero benissimo essere definiti d’emergenza. “Il nostro impegno – ha ricordato il Prefetto – deve comunque essere sostenuto ed integrato da politiche europee capaci di governare il fenomeno in maniera più efficace. Da soli è impossibile sostenere un impegno così oneroso. Valuto molto positiva la collaborazione con le Forze dell’Ordine, ma anche con le realtà del privato sociale che in questo territorio rappresentano un interlocutore prezioso”. Il presidente della Fondazione San Giovanni, Tonino Solarino ha auspicato sempre maggiore dialogo e confronto su questi temi. “La vocazione di una civiltà evoluta – ha spiegato – deve essere quella di tendere verso la costruzione di una Civitas, aperta ai cambiamenti e a quanto di buono riesce a produrre il confronto, lo scambio, l’integrazione tra le culture. Lo scenario in cui ci si trova oggi presenta una grande sfida: far incontrare due mondi cresciuti con paradigmi esistenziali e relazionali diversi. L’uno fondato sul benessere, la democrazia, la centralità della persona e dei suoi bisogni, l’altro basato sulla lotta per la sopravvivenza, la guerra e la fame. Questo rappresenta un grande sfondo su cui costruire relazioni e schemi nuovi di civiltà”. Inoltre, ha proseguito il presidente della Fondazione San Giovanni Battista, occorre trovare momenti di concertazione funzionali per stabilire nuove norme, a livello Europeo, in grado di meglio definire responsabilità e ruoli internazionali per il bene di tutti.

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