VIDEO. Pozzallo, lo “sbarco dei pregiudicati”. La Polizia arresta scafista tunisino reo confesso.

JEBALI Fitouri, nato in Tunisia il 14.01.1988La Polizia Giudiziaria esegue il fermo di Fitouri Jebali, tunisino di 26 anni, per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone nello sbarco dello scorso primo giugno, esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  Il fermato unitamente agli altri associati presenti in Libia, è quindi responsabili di aver condotto dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio carico di 266 migranti provenienti prevalentemente dalla Siria molti dei quali minori.

La Nave “Libra” della Marina Militare Italiana, già prima impegnata nel recupero di un natante clandestino con a bordo 166 soggetti, intercettava un altro natante carico di immigrati clandestini il cui numero complessivo risultava essere 288. L’unita Militare, considerate le precarie condizioni di galleggiamento del barcone, situazione questa che avrebbe potuto creare pericolo di vita pere tutti i passeggeri del barcone, dopo aver lanciato l’evento S.A.R. ed effettuata ogni operazione mirata alla salvaguardia della vita umana, trasbordava su di essa tutti i migranti per poi dirigere verso il porto di Pozzallo, mentre l’imbarcazione clandestina veniva lasciata alla deriva.

Le operazioni di sbarco del 1 giugno al porto di Pozzallo dei 453 migranti venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato, altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’Asp per le prime cure.
In questa occasione il l’Ufficiale di Pubblica Sicurezza a cui è demandata la responsabilità dell’Ordine Pubblico inviava 250 migranti appena sbarcati direttamente a Palermo ed altri 100 a Messina in quanto i centri in Provincia di Ragusa erano saturi causa gli sbarchi del giorno prima.
Nelle more delle fasi di sbarco e trasferimento presso altre città siciliane, la Polizia Giudiziaria individuava i probabili scafisti isolandoli; unitamente all’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa venivano fatti permanere presso il C.P.S.A. di Pozzallo tutti gli immigrati originari della Tunisia e del Marocco in quanto nei loro confronti viene applicata la norma prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione che prevede l’immediato respingimento con accompagnamento nei paesi d’origine con apposito volo charter che avverrà nelle prossime ore.

LE INDAGINI

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, collaborati da un’aliquota della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo della nave militare in banchina, il tutto insieme agli altri sbarchi già giunti poche ore prima e le contestuali indagini che hanno portato all’arresto di un altro tunisino.
A bordo del mercantile i sospetti ricadevano tutti su un giovane tunisino difatti dopo poche ore di interrogatorio in presenza dell’avvocato, lo scafista ha confessato ed il tutto è stato confermato dai testimoni, sempre fondamentali per questa attività.  I migranti hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia per poter partire per il viaggio in Italia alcune delle quali terribili.
Al termine delle indagini durante 24 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e siriani ha incassato centinaia di migliaia di dollari.

httpv://www.youtube.com/watch?v=1vOaeQSxucI&feature=youtu.be

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