L’aeroporto di Comiso ha toccato la soglia di 160.000 passeggeri. Ma molte nubi si addensano sul suo futuro. Lo scalo del Vincenzo Magliocco, che tra pochi giorni si chiamerà “Pio la Torre” (per la re-inaugurazione è atteso l’arrivo a Comiso del presidente del Senato, Piero Grasso) è entrato nel “piano nazionale degli aeroporti (la sui approvazione definitiva non c’è ancora ma che dovrebbe essere imminente), ma non ha garanzie per il suo futuro. I costi dei servizi Enav (torre di controllo)sono garantiti, fino a maggio 2015, grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione siciliana. E dopo? “Qui entra in campo la politica – risponde il presidente Rosario Dibennardo – I nostri parlamentari, i nostri rappresentanti eletti, sanno bene come stanno le cose. Da oggi, bisognerà fare di tutto per ottenere ciò che serve a questo aeroporto.
L’inclusione nel piano nazionale aeroporti dovrebbe garantirci questo servizio a carico dello Stato, come avviene in tutti gli altri aeroporti italiani. Ma nulla è scontato. Per questo ci attendiamo un impegno forte in questa direzione”. La pietra è stata lanciata. Tutti conoscono la situazione attuale dell’aeroporto. Nel suo primo anno (2013) ha accumulato perdite secche per 2.600.000 euro, ma secondo alcuni la cifra potrebbe essere superiore. Si tratta di un “passivo” ampiamente previsto, per lo start up dello scalo, ma è pur vero che i numeri previsti per il 2014 non sono rosei. L’aeroporto ha un buon flusso passeggeri, ma non ha ancora ingranato. Paga delle somme importanti come incentivi alle compagnie aeree e non ha ancora attivato i servizi commerciali che potrebbero dare un supporto importante. Sono handicap che pesano. Inoltre, c’è incertezza anche sull’incremento delle rotte.
“La prossima settimana – spiega Dibennardo – saremo a Roma per incontrare una compagnia aerea. Stiamo facendo delle ipotesi per i voli per Torino, Bologna e per il Veneto. A fine mese saremo a Dublino per incontrare Ryanair. Comiso è, per la compagnia irlandese, l’aeroporto dove c’è il più alto tasso di occupazione degli aeromobili. Per loro, è un buon investimento. Dovremo ora fare i piani per il futuro”. Intanto, lo scalo continua ad esser utilizzato anche per i voli umanitari. L’ultimo volo per trasportare nel Nord Italia gli immigrati sbarcati a Pozzallo è decollato domenica sera, diretto a Milano Linate.