VIDEO. Il tragico sbarco di Pozzallo, arrestati due senegalesi

sbarcoLa Polizia Giudiziaria ha eseguito il fermo di Babacar Gueye, 25 anni, e Sekou Sara Elhadjinato, 29 anni, entrambi senegalesi, per avere procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  I fermati sono due ma di due diversi gommoni carichi di migranti; in comune hanno il fatto che durante le fasi di trasbordo hanno perso la vita 3 persone e 6 in totale sono i dispersi.
Inoltre, in comune hanno anche il fatto che sono stati soccorsi da due mercantili, il primo una petroliera battente bandiera maltese ed il secondo una bananiera battente bandiera delle Bahamas. Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa ed il Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Sez. Oper. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo ed un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica hanno iniziato le indagini sin dai primi istanti dell’approdo della motonave, il tutto insieme agli altri sbarchi già giunti poche ore prima ed alle contestuali indagini che hanno portato all’arresto di altri scafisti in questi giorni.
Gli sforzi della Polizia Giudiziaria sono stati doppi in quanto due erano gli arrivi di migranti da gestire e soprattutto due erano i luoghi dove venivano trasportati.  Un gruppo di lavoro di investigatori si trasferiva in c.da Cifali per gestire lo sbarco arrivato ieri 9 giugno, mentre al C.P.S.A di Pozzallo rimanevano gli altri investigatori coordinati sempre dalla Squadra Mobile di Ragusa, ormai da ore impegnati a raccogliere elementi di prova a carico dello scafista del gommone affondato, dove hanno perso la vita 3 giovani ragazzi e 2 sono dispersi.
Quando si tratta di indagare su sbarchi dove ci sono stati dei migranti che hanno perso la vita, gli investigatori trovano spesso un muro davanti per la paura ancora negli occhi dei superstiti. Ci vogliono ore per farli collaborare, per dire loro chi è stato colui che improvvisatosi scafista li ha messo in pericolo ed ha fatto si che perdessero la vita diversi giovani.
Per addivenire all’identità dello scafista senegalese Babacarn Gueye, nato a Dakar il 10.02.1989 ci sono volute 26 ore di lavoro continuative, senza sosta per nessuno. Investigatori, avvocati, interpreti, psicologi, tutti fianco a fianco nel rispetto delle norme vigenti sia per i migranti che per gli stessi scafisti, ascoltati in presenza del difensore.
Dopo ore di tentativi gli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria sono riusciti a far confessare scafisti e testimoni impauriti ancora per quanto accaduto e totalmente reticenti, non avevano intenzione di dire neanche il loro nome.
I migranti hanno raccontato di violenze durante la permanenza nei centri di reclutamento in Libia per poter partire per il viaggio in Italia alcune delle quali terribili anche solo da ascoltare. Hanno dichiarato inoltre che le botte all’interno dei centri in Libia erano soprattutto per loro, per loro di colore. “a noi ci picchiano più forte perché siamo neri”.
Al termine delle indagini durante 26 ore gli investigatori hanno appurato che in questo caso i migranti sono partiti tutti dalle coste libiche e che l’organizzazione composta da cittadini libici e dagli scafisti in questo caso senegalesi ha incassato centinaia di migliaia di dollari.
Le responsabilità dei due scafisti senegalesi non saranno limitate solo al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma bensì anche al reato di morte come conseguenza di un altro delitto prevista dall’art. 586 c.p. o eventualmente come omicidio colposo. Le ipotesi di reato sono al vaglio della Procura della Repubblica di Ragusa che coordina le attività di Polizia Giudiziaria anche in materia di sbarchi.
Le due indagini sono praticamente identiche e portano entrambe allo stesso risultato, difatti anche Sekou Sara Elhadji risponderà degli stessi reati del suo connazionale, anche perché durante le fasi di trasbordo sono caduti in mare altre 4 persone che con molta probabilità sono morte quasi immediatamente.
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 55 scafisti dalla Polizia Giudiziaria a Pozzallo e sono in corso numerose attività di collaborazione tra le Squadre Mobili siciliane al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste libiche a quelle Italiane. Inoltre il Servizio Centrale Operativo sta coordinando le diverse Squadre Mobile siciliane e nazionali per addivenire ad un’eventuale rete di assistenza di questi migranti una volta sbarcati in Italia.  Gli investigatori con poche ore di sonno, in considerazione anche dei rinforzi ormai operanti da settimane fianco a fianco con la Squadra Mobile di Ragusa, stanno opponendo un muro a coloro i quali speculano sulla vita dei migranti assicurando alla giustizia coloro i quali fanno parte di più ampie organizzazioni criminali transnazionali.

httpv://www.youtube.com/watch?v=GzXmVjOMbSQ&feature=youtu.be

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