“Sono compiaciuto del dibattito che si sta sviluppando attorno alle scelte che i comuni dovranno operare nei liberi consorzi; il confronto in politica porta comunque idee e proposte che poi dovranno tradursi in una sintesi che sarà poi la scelta di un sistema che investirà tutti”. Così il sindaco di Scicli, Franco Susino, che ha avuto modo di esplicitare il suo pensiero su questo argomento e che conferma tutte le sue perplessità sulla scelta operata dalla maggioranza del consiglio comunale di Modica.
“Secondo – dice – la mia opinione si insiste sulla creazione di un consorzio del Val di Noto o del Sud Est escludendo nei fatti Ragusa e il resto dei comuni che non sia il comprensorio di Modica.
Le maggiori riserve che esprimo sono le seguenti:
Può esistere un Consorzio Val di Noto o del Sud Est senza la presenza di Ragusa che di quel territorio è parte fortemente integrante in fatto di contiguità territoriale in termini culturali, economici, enogastronomici e infrastrutturali?
Le ottiche della formazione e del consolidamento dei territori guardano ad aree vaste in un processo di confronto europeo. Può avere una ragione l’esistenza di un piccolo Consorzio, che si caratterizza per la commistione di comuni alcuni dei quali sono fuori dalla storia e dalla tradizione del Sud Est o del Val di Noto?
Non si è ancora compreso che la logica della coesione e di una convinta unità di intenti sugli obiettivi da raggiungere è elemento primario per dotarsi di uno strumento, quanto più ampio possibile, capace di contrattare con il resto del territorio scelte strategiche e fonti di finanziamento.
La divisione e i distinguo solcano una direzione opposta. Costruisce vuoti ed inutili protagonismi e rende deboli le posizioni”.
Susino auspica che la commissione mista nata dal consiglio comunale di Modica, apra una trattativa seria e vera con tutti i comuni della provincia di Ragusa e sappia operare con decisione e dare un forte senso alle motivazioni dialogando con i comuni del siracusano.
“L’obiettivo massimo sarebbe quello di costruire un’area larghissima che in qualche modo riuscisse ad avere un “peso” serio nel contesto siciliano.
Mi rendo, per primo, conto che questa operazione di alta politica necessità di politici alti che abbiano, come prima cosa, l’umiltà di fare un passo indietro laddove c’è da costruire un futuro non solo territoriale ma che garantisca le giovani generazioni che dovrebbero svilupparsi nel solco di una consolidata e sicura tradizione.
Non ci rimane molto tempo. La scelta è decisiva e alla fine sarà il popolo sovrano con il referendum a indicare, legittimamente, la direzione da intraprendere”.