Modica. Inizio Grest Crisci ranni e Festa del rifugiato 2014 Si ripensano città e mondo per restare umani

Crisci ranni

Cento ragazzi, quaranta animatori hanno iniziato l’avventura del grest crisci ranni 2014 organizzato dalla comunità di parrocchie Santa Maria, Madonna della Catena, San Paolo, San Pietro, Santa Margherita. L’aria è di festa e l’area attrezzata padre Basile si mostra come un’oasi di pace in questi giorni in cui la città deve fare i conti con il traffico aumentato dopo la chiusura del ponte Guerrieri. Ma, dice, una delle animatrici fin dall’inizio, se sono belli i posti, se sono belli quei posti della vita che sono le case, la vera bellezza “siamo noi”, noi come persone, noi come persone che si incontrano. E ogni bambino ha messo accanto alla sagoma della casa il proprio nome a sottolineare la bellezza di ognuno nell’incontro con gli altri, chiamandosi sempre e anzitutto per nome. A partire cioè dalla propria storia e differenza. Ed è questa la storia – la storia di persone concrete – che Dio ha fatto sua prendendo anche lui abitazione tra gli uomini. E quasi in continuità con gli inizi del Grest, la sera si è svolta la festa del rifugiato con il concorrete di molteplici realtà: il Centro Babel, la scuola “l’italiano per amico” della Caritas, il quartiere, volontari appartenenti all’associazionismo che si impegna nella solidarietà sociale, e molti giovani. Con un particolare saluto del missionario padre Giovanni Piumatti, che quest’anno compie il cinquantesimo di sacerdozio e che è in Africa da quarant’anni, e della missionaria modicana Concetta Petriliggieri. Si è ricordato come siamo tutti diversi e tutti “rifugiati”, che non si possono pensare gli immigrati come un pericolo: sono anzitutto persone, persone che fuggono da fame, guerre, persecuzioni. Ci si è impegnati all’accoglienza, con il cuore e con l’intelligenza e si ha avuto un ricordo per tutti coloro che sono discriminati, che sono vittima di tratta o di commercio degli organi, dei tanti (troppi) morti in fondo al mare mediterraneo. La cena multietnica, seguita da musica e balli, diventava quindi prefigurazione di un mondo che insieme si ripensa come unica famiglia. Ora il grest continua fino al 12 luglio, come pure continua l’impegno a coltivare attenzione e condivisione verso tutti e in particolare verso chi soffre di più.

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