Nell’ultimo Consiglio Comunale di Ispica, non sono bastati i voti dei fedelissimi dell’Amministrazione e quelli del PD per far passare la proposta della giunta Rustico di annullare il dissesto e far finta di niente davanti al disastro finanziario. Imbarazzanti i discorsi dei consiglieri che hanno supportato la posizione del sindaco. Di fronte a un comune sepolto dai debiti, affermano dal Movimento Cinque Stelle ispicese, i presunti rappresentanti dei cittadini non hanno saputo far altro che abbandonarsi alla propaganda più becera, tralasciando di fornire cifre e proposte serie.
Ci è sembrato di rivivere i momenti dell’adesione o della votazione del Piano di riequilibrio, a fine 2012, o della dichiarazione di dissesto, un anno fa, quando le soluzioni avanzate dall’Amministrazione erano completamente scollegate dalla realtà e si cercava di convincere il Consiglio a votare sulla fiducia.
A quei tempi il Partito Democratico scappava dall’aula per non prendere alcuna posizione. Ma ancora oggi, la troppo comoda condizione di tenere il piede su due staffe, per avere sempre da dire “è colpa degli altri!”, continua ad essere il fondamento politico di chi, per un pugno di voti in più, si rende corresponsabile della situazione che stiamo vivendo.
Ad oggi, proseguono dal M5S, la Commissione di liquidazione ha accertato oltre 25 milioni di euro di debiti, a cui si aggiunge una mancanza di liquidità cronica. Tralasciando l’assurdità giuridica di chiedere l’annullamento di uno stato di dissesto dichiarato un anno fa, è facile desumere che non esistano economicamente i presupposti per l’annullamento. Pensare poi che questa Giunta abbia le competenze necessarie per stilare ed attuare un serio piano di risanamento è pura fantascienza. Un dato viene messo spesso in secondo piano: il Comune è nuovamente in crisi finanziaria. Gli stipendi sono nuovamente in ritardo e non può essere colpa del dissesto visto che la competenza dello stesso è fino al 31 dicembre 2012. La causa di questo disastro va ricercata nelle uscite correnti, che superano di gran lunga le entrate, ma di tagliare gli sprechi non interessa a nessuno. Se il Comune di Ispica fosse un’impresa privata saremmo già falliti due volte, e questo mentre un branco di politicanti tenta di dimostrare che il dissesto potrebbe essere annullato.
Con la procedura di dissesto possiamo uscire da questa voragine in pochi anni, riprendendoci in tempi ragionevolmente brevi. I bilanci del Comune verranno indagati dalla magistratura competente che accerterà eventuali errori o illeciti, evitando che siano sempre e solo i cittadini a rimediare al danno.
Si informi chi si straccia le vesti imprecando contro un mancato gesto d’amore verso la Città: in caso di annullamento del dissesto avremmo pagato svariati milioni in più, impegnando pure la prossima generazione, visto che le uniche soluzioni che sembra trovare l’Amministrazione consistono nell’apertura di nuovi mutui decennali o trentennali, come quello ottenuto in modo ancora poco chiaro dalla Cassa Depositi e Prestiti e poi annullato dalla stessa.
Si tratta della solita politica dei debiti su debiti, che non si assume mai responsabilità e scarica i problemi sul futuro. Ma ormai ha gettato la maschera, anche a livello locale. Il voto del Pd può stupire solo i cittadini più distratti. Quelli che magari non si sono accorti come a livello nazionale Pd, Alfano e Udc vanno d’amore e d’accordo ormai da 3 anni. E non sono certo più affidabili i leontiniani, quelli che due anni fa hanno abbandonato la nave mentre affondava, salendo direttamente sui palchi della campagna elettorale.
Se Rustico è divenuto due volte sindaco non è certo per caso, ma perché così ha voluto Leontini. Se avesse un minimo di onestà intellettuale, ammetterebbe che nel disastro attuale un’enorme fetta di responsabilità gli appartiene.
Per porre fine alla situazione di deficit strutturale, il Movimento 5 Stelle ispicese invita l’Amministrazione a procedere con un drastico taglio degli sprechi. Si cominci, ad esempio, dall’affitto per l’attuale sede municipale: non si usi Palazzo Bruno come un castello privato e vi si trasferiscano invece quanti più uffici possibile. Si rivedano gli affidamenti gratuiti di immobili comunali, vengano tagliate le consulenze ed i servizi esterni, si proceda ad un serio recupero dell’evasione, si creino servizi a valore aggiunto, si applichino politiche per il rilancio delle piccole attività economiche affinché siano messe in condizione di poter pagare le tasse. Le idee a noi non mancano, aspettiamo solo di poterle attuare.