Scandalo pasti nella spazzatura a Pozzallo. Non si placa la bufera abbattutasi sul centro di prima accoglienza nei cui cassonetti da giorni finiscono centinaia di piatti di pasta, carne e frutta fresca ancora sigillati. Uno spreco enorme di centinaia di euro al giorni. Il sindaco Luigi Ammatuna, che a suo dire non ne sapeva nulla, ha chiamato a rapporto i responsabili del centro di prima accoglienza che distribuiscono i pasti, tre volte al giorno. Chiederà dello spreco, una scheda dettagliata di quanti pasti sono finiti al macero, una maggiore accortezza nella distribuzione del cibo ed eventuale smaltimento dello stesso. Si cercherà anche di ottimizzare i servizi, chiedendo maggiore collaborazione fra coloro che hanno diritto ad entrare all´interno della struttura portuale. Mai più pasti sprecati, l´ordine perentorio del primo cittadino.
Pozzallo e Comiso ospitano 423 migranti (a Pozzallo sono 155, a Comiso 268). Pochi i trasferimenti, in questi giorni. Il numero di pietanze destinate ai due centri è sempre lo stesso da qualche giorno. Da oggi, però, la ditta che ha in gestione l´appalto dei cibi (la «Clean Service» di Pescara con una sede con cucine a Ispica) deve tener conto di un fattore importante, l´inizio del Ramadan. Questo fine settimana, sabato o domenica a seconda della luna e della proclamazione dell’inizio ufficiale da parte delle autorità, i fedeli di Allah rinchiusi dentro le due strutture inizieranno il digiuno, con la consueta veglia straordinaria. Fino al 27 luglio, giorno in cui terminerà il mese sacro, 29-30 giorni dopo il primo digiuno, i musulmani dovranno astenersi dal prendere acqua e cibo fino al tramonto.
“Non abbiamo avuto alcuna disposizione da parte del Comune – dicono i responsabili della ditta fornitrice dei pasti – Sappiamo che molti non mangeranno dalla mattina fino a sera, per cui aspettiamo le disposizioni che il Comune, eventualmente, dovrà fornirci”.
Dei presenti nei due centri, un buon 80% professa la religione musulmana e da Comiso i migranti hanno fatto sapere che non mangeranno né la mattina né a mezzogiorno. Ove fosse possibile, una bevanda calda prima di cenare (meglio se il thè), e poi la cena. A Pozzallo, nessuno avrebbe chiesto se i migranti osserveranno il mese di digiuno, da quanto trapela dal centro di prima accoglienza sito al porto. Il rischio è di cestinare molte più pietanze di quante ne siano state già cestinate in passato.
Dagli uffici della «Clean Service», invece, garantiscono sulla salubrità del cibo. “Cibo avariato servito ai migranti? – dicono – Una maldicenza che scredita il nostro operato. Possiamo mettere la mano sul fuoco che i prodotti sono certificati, dal primo all´ultimo. Possiamo anche constatare la tracciabilità del cibo, a riprova dell´assoluta bontà di quanto detto. Abbiamo tutte le ricevute conservate, dal giorno di inizio da quando abbiamo avuto l´appalto in mano, fino ad oggi. Chi critica senza alcuna prova, non sa cosa dice”.