I militari della stazione carabinieri di Ragusa Ibla hanno denunciato per stalking un comisano, marito separato legalmente di una donna ragusana residente a Ibla. L’uomo,39enne comisano, dai militari ritenuto un soggetto piuttosto pericoloso alla luce delle pregresse condanne per furto, rapina, estorsione e lesioni nonché per i ripetuti arresti, già in passato era stato perseguito per atti persecutori nei confronti della moglie (e ai tempi se l’era presa pure col nuovo compagno).
Per un certo periodo dall’ottobre 2012 al novembre 2013 la donna aveva avuto un po’ di pace poiché il suo persecutore era stato ospite delle “patrie galere” a seguito di una importante operazione antimafia che lo aveva visto arrestato in custodia cautelare. Poi, lo scorso 12 giugno i carabinieri di Ibla erano dovuti intervenire in ausilio della donna nuovamente perseguitata. Non avevano potuto arrestarlo non avendolo beccato in flagranza, ma lo avevano denunziato a piede libero e contestualmente lo avevano proposto per un’adeguata misura cautelare.
A seguito di pedinamenti, telefonate, messaggi sms, la donna non ce la faceva ormai più e i militari hanno tentato di fornire il loro contributo per riuscire in qualche modo almeno a tenerlo lontano dalla vittima. Il giudice per le indagini preliminari, Giovanni Giampiccolo, concordando con il pubblico ministero dott.ssa Monica Monego, sulle esigenze cautelari, ha emesso un ordinanza di divieto di avvicinamento alla vittima. Qualora dovesse violarlo, anche solo fisicamente e senza commettere altri reati, potrà essere colpito da custodia cautelare in carcere o domiciliare. Purtroppo, al contrario di quello che si potrebbe sperare a seguito dei recenti interventi normativi mirati a colpire più efficacemente chi opera atti persecutori, sembra che il fenomeno non riesca ad affievolirsi da sé, evidentemente gli stalkers vivono una condizione psicologica tale da non riuscire a smettere nemmeno per il timore delle conseguenze giuridiche ch’essi rischiano. Forse, più che di un paio di manette essi avrebbero bisogno di un paio di sedute dallo psichiatra. In attesa ch’essi si decidano a farsi curare, l’Arma dei Carabinieri vigila e vigilerà sempre e attivamente sulla sicurezza delle fasce sociali maggiormente indifese e potenzialmente soggette a tale triste fenomeno delittuoso.