Blitz antidroga della polizia in appartamento di Modica. Donna condannata a 4 anni. Tre assoluzioni

tribunale aula

Quattro anni di reclusione. Le e’ stato riconosciuto il concorso nel reato per il quale il suo compagno era già stato condannato per droga. La condanna, che ha i toni esemplari, e’ stata comminata dal giudice unico del Tribunale di Ragusa, Antongiulio Maggiore, a Maria Assunta Zini, difesa dall’avvocato Giovanni Favaccio del Foro di Modica, arrestata nel settembre del 2007 durante il blitz antidroga effettuato in un appartamento di Via Nuvolari a Modica della polizia, insieme a Fabio Pagano, il compagno, già condannato con l’abbreviato, Antonio Bonomo, Pietro Cicero, e Bernardo Lagona. La donna era al sesto mese di gravidanza. Complessivamente furono sequestrati 50 grammi di cocaina, altrettanti di hashish e qualche seme di

canapa indiana. Bonomo, Cicero e Lagona, difesi dagli avvocati Carmelo Scarso, Michele D’Urso e Giovanni Di Pasquale, sono stati, invece, assolti poiché ritenuti acquirenti e non spacciatori. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per tutti a due anni ciascuno. Durante il blitz i poliziotti trovarono gli uomini del gruppo seduti attorno ad un tavolo, secondo gli agenti intenti a confezionare droga. L’operazione era partita da una soffiata sull’arrivo di un ingente quantitativo di sostanza vietata. Una ventina di agenti bloccarono per prima cosa la donna, che si trovava all’esterno e che stava inviando un sms(“era per il mio compagno per dirgli che a casa sua c’era la polizia”). Fu sfondata la porta e all’interno c’erano il pregiudicato Fabio Pagano, che aveva opposto una sorta di resistenza, e altre tre persone, tutte incensurate come la Zini. Accanto a loro cellophane, forbicine, un bilancino di precisione e la droga. Alcune dosi erano già confezionate. Parte della sostanza era in involucri, uno da 16 grammi e due da sette grammi. L’accusa parla di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. In via preliminare, Fabio Pagano, era stato condannato dal Gup, Fabio Ciraolo, nel mese di marzo del 2008, a sei anni e quattro mesi di reclusione, oltre al pagamento di venticinquemila euro di multa(sentenza confermata anche in appello).

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