Soppressione asili nido e doposcuola a Pozzallo. Sel: “Atto di ordinaria follia”

Rosa Galazzo

La soppressione dei servizi asilo nido e doposcuola voluti da Palazzo La Pira fa registrare il più alto livello di schizofrenia amministrativa degli ultimi due anni. Lo rileva il consigliere comunale di Sel, Rosa Galazzo, secondo la quale all’avvio della procedura di riequilibrio finanziario, l’Amministrazione comunale di Pozzallo ha pensato bene di privarsi di entrate importanti, come quelle rappresentate dalle rette mensili pagate dalle famiglie per poter usufruire del servizio “nido”– a fronte di un beneficio nullo, tenuto conto che il costo del personale rimarrà a carico dell’Ente.

“Da questa scelta politica – aggiunge – derivano soltanto effetti negativi non giustificati da alcuna motivazione logica: interruzione di servizi eccellenti che nell’ultimo trentennio hanno garantito la tutela dell’infante e il contrasto al fenomeno di dispersione scolastica; mancato introito di rette mensili a fronte del costo del personale che rimane comunque nella dotazione organica del Comune; disagio per le famiglie pozzallesi e, soprattutto, per le madri lavoratrici che saranno costrette a scegliere tra il proprio lavoro ed i propri figli; disagio per le operatrici e gli operatori scolastici che – rimasti nella dotazione organica dell’Ente seppur spostati in altri uffici – saranno mortificati nella loro dignità di lavoratori; affollamento ed inefficienza degli uffici presso cui gli operatori in questione saranno collocati”.
La posizione di SEL sull’argomento è chiaramente a sostegno del mantenimento dei servizi “nido” e “doposcuola”. Ieri è stata presentata un’interrogazione, a firma del Capogruppo Rosa Galazzo, che verrà discussa nella seduta consiliare di questa sera alla presenza delle rappresentanze sindacali e del personale interessato. “La spending review è una condizione oggettiva – dice il Consigliere Galazzo – che deve essere affrontata con scelte politiche trasparenti mirate allo sviluppo sociale ed economico del territorio e non già un alibi utile soltanto ad alimentare interessi di bottega”. “Dalla crisi si esce valorizzando i dipendenti e facendoli sentire parte di un progetto comune e non spostandoli da un ufficio all’altro come marionette”; continua il Consigliere “dalla crisi si esce dando alle famiglie, quantomeno, la speranza di una società evoluta capace di garantire il diritto al lavoro senza dover rinunciare al diritto di essere madre o padre!”.

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