E’ noto che l’Amministrazione comunale di Modica ha inviato, negli ultimi quindici giorni, le bollette per il pagamento del canone idrico 2013, con importi stabiliti presuntivamente sulla base dei consumi dell’anno precedente. “L’Amministrazione -lamenta il consigliere comunale del Pd, Ivana Castello – parla genericamente di consumi presunti, ma non ne chiarisce le modalità di calcolo. E’ stato di frequente riscontrato che parecchi importi raggiungono tre, quattro, talora dieci volte l’importo dell’anno di riferimento.
La cittadinanza, naturalmente, si è ribellata ed ha affollato gli sportelli comunali per chiedere spiegazioni. Il sindaco con un’alzata di spalle si è limitato a concedere, novella maestà post-repubblicana, che chiunque volesse contestare l’importo richiesto, potrebbe sempre opporre la lettura del proprio contatore. Naturalmente i cittadini non sono in condizione di leggerlo, né capiscono perché dovrebbero farlo, dal momento che per tale compito pagano profumatamente degli impiegati. In vero i letturisti a Modica ci sono; c’è però un piccolo dettaglio che il sindaco non dice: che proprio lui li ha posti in cassa integrazione per risparmiarne il salario”. Castello, per questo, ritiene opportuno proporre l’istituzione di una commissione consiliare per far luce sulle responsabilità che attengono alla mancata lettura dei contatori, al fatto che sono state notificate bollette salatissime, assolutamente illegittime, e, infine, alle modalità di gestione e di calcolo dei costi del servizio idrico. “La proposta, chiaramente finalizzata alla tutela dei diritti dei cittadini, è stata respinta dalla maggioranza guidata dal sindaco Abbate. L’accadimento dimostra che i cittadini sono difesi dalla minoranza; e che sono considerati sudditi da spremere da parte del sindaco Abbate”.