Con un decreto del Tribunale amministrativo di Catania, è stata sospesa l’efficacia dell’ordinanza anti rumore del 19 giugno scorso.
Il provvedimento che regolamenta le emissioni sonore, assunto a seguito di quanto stabilito in prefettura, non è quindi in vigore, in attesa della sentenza di merito in settembre. La decisione è stata presa dal presidente del Tar Catania in via d’urgenza, senza quindi sentire l’altra parte, ossia il Comune. Già questa mattina, tuttavia, il legale di Palazzo dell’Aquila presenterà richiesta di revoca del decreto presentando la propria memoria difensiva. Da oggi, però, salta il sistema degli orari di spegnimento della musica: l’una di settimana, le due del mattino il sabato.
Su facebook il popolo della notte canta vittoria e ”brinda”. A meno di un accoglimento della richiesta di revoca, il ruolo del Comune per il momento si ferma qui. Il rischio, però, è che la decisione del giudice del Tar scateni il caos tra locali e residenti. Una normativa a livello nazionale sulle emissioni sonore esiste, quindi difficilmente si potrà far baccano fino alle sei del mattino. In questo caso, eventuali violazioni potranno ricadere anche nella sfera penale. In questi giorni, il Comune aveva già iniziato a rilasciare le deroghe ai locali in regola. Musica fino a tardi, purchè si rispettassero alcuni requisiti. Il ricorso adesso ha fatto venir meno questo ”filtro”, che è appunto l’ente comunale. Toccherà ora al buonsenso delle parti regolarsi in modo da evitare che si vada allo scontro. Il ricorso, come si evince dalla delibera con cui il Comune affidava la difesa dell’ente all’avvocato Sergio Boncoraglio, era stato presentato dai titolari delle Ditte Underground di Santamaria Antonio, Sunrise di Dipasquale Sara, Made in Sun (legale rappresentante Antonio Frasca), Food e Service di Thomas Battaglia, la C&C di Mario Contarino. «Le società, tutte titolari di esercizi commerciali di attività di somministrazioni di alimenti e bevande in Marina di Ragusa – si legge nella determina di costituzione in giudizio da parte del Comune – lamentano che l’ordinanza emanata dal sindaco, in materia di contenimento dell’inquinamento acustico, ai fini della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, comporta un danno immediato e irreparabile per l’avviamento degli esercizi commerciali, per i rispettivi fornitori e per il correlato mercato del lavoro derivante dal flusso di turisti e vacanzieri». In realtà la querelle sulla movida si trascina ormai da anni, senza che si sia mai riusciti a trovare una soluzione di equilibrio. Già nel 2012, a seguito dell’ordinanza del sindaco Nello Dipasquale, i titolari dei locali apposero cartelli con la scritta «vendesi». L’unica strada da seguire è quella della zonizzazione acustica e di un regolamento comunale, approvato dal consiglio, che regoli tutta la materia. Una strada seguita dal Comune di Parma che, proprio in questi giorni, ha vinto la battaglia dinanzi al Tar: regole e orari vanno rispettati dai gestori dei locali.