Tre agenti di polizia, da anni in servizio presso l’ufficio Immigrazione della questura del capoluogo, sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In tal senso recita l’avviso di garanzia notificato ai tre poliziotti. A far scattare le indagini che la procura di Ragusa ha delegato ai colleghi degli indagati, ossia gli agenti della squadra mobile, sarebbe stato un esposto presentato da uno o più extracomunitari (tra cui una donna tunisina) che non avrebbero ottenuto o avrebbero visto rallentato l’iter per il rinnovo o la concessione del permesso di soggiorno, pur presentando, secondo la loro denuncia, requisiti e condizioni analoghe a quelli di altri connazionali che, invece, avrebbero ottenuto l’avallo alle loro istanze.
Secondo l’ipotesi accusatoria, insomma, i tre poliziotti, ciascuno nell’ambito del proprio ruolo ed in riferimento alle funzioni d’ufficio, avrebbero favorito alcuni extracomunitari, penalizzando invece altri stranieri. I primi riscontri delle risultanze investigative, su cui vige ovviamente il massimo riserbo, avrebbero escluso comportamenti particolarmente gravi da parte degli indagati, ossia la richiesta o riscossione di contropartite finanziarie per agevolare l’iter delle pratiche. Nessuna anomalia, in particolare, sarebbe emersa dagli accertamenti patrimoniali e sul tenore di vita degli indagati. Piuttosto, secondo illazioni, qualche discrasia riguarderebbe la cronologia e la priorità delle pratiche istruite, specie in riferimento ai diversi patronati o legali che supportano le istanze degli extracomunitari.
Non a caso, a carico degli indagati, non è stato assunto alcun provvedimento di sospensione dal servizio. I tre agenti, anzi, continuano a prestare regolarmente servizio in questura, anche se cautelativamente sarebbero stati assegnati ad altre mansioni. Ieri si sono avuti i primi interrogatori di garanzia.
Aria assai tesa, comunque, si respira nei sindacati di polizia, dopo la notizia dell’apertura dell’indagini sugli agenti dell’ufficio Immigrazione. Si evidenzia, infatti, che Ragusa è ormai diventata «terra di frontiera», rispetto all’irrefrenabile fenomeno dell’immigrazione, con l’esiguo personale della questura costretto a turni massacranti.