Marina di Ragusa e la movida. Il Tar torna sui propri passi e accoglie richiesta del sindaco

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La movida senza freni dura appena qualche giorno. Il Tar ha accolto la richiesta di revoca del provvedimento di qualche giorno fa che sospendeva l’ordinanza anti rumore firmata dal sindaco nel mese di giugno. Spenti i facili entusiasmi, il popolo della notte dovrà rispettare gli orari stabiliti con l’atto del sindaco, frutto di un attento lavoro. All’una di notte tutti i giorni, eccetto il sabato in cui la musica si potrà spegnere alle due. Perché due pronunciamenti apparentemente opposti, nell’arco di qualche giorno, da parte dello stesso Tribunale amministrativo? La ragione è di ordine tecnico.

Nel primo atto del Tar, con cui si sospendeva l’ordinanza del sindaco, non era stato nemmeno sentita l’altra parte, ossia il Comune. Solo sulla base di quanto richiesto dai ricorrenti, ossia i titolari di diversi locali di Marina, il giudice aveva preso la decisione. Un iter tecnicamente previsto, anche se i tempi sono stati fin troppo rapidi. Il Comune, infatti, non appena ricevuta la notifica del ricorso, aveva già pronte le controdeduzioni ma non ha avuto nemmeno il tempo di presentarle. Adesso, invece, il Tar ha ascoltato e accolto in toto la difesa di Palazzo dell’Aquila affidata all’avvocato Sergio Boncoraglio. Nonostante nel merito si entrerà soltanto nell’udienza del 24 settembre, il consigliere delegato del Tar ha “demolito” le tesi dei ricorrenti. «Alla luce delle argomentazioni svolte dal Comune – si legge nel decreto depositato ieri – emerge la sussistenza di un danno rilevante alla sicurezza nell’area interessata dall’ordinanza. Nella valutazione comparativa degli interessi contrapposti, la tutela dell’interesse dei ricorrenti di protrarre di alcune ore le emissioni rumorose nell’area interessata si appalesa cedevole nei confronti dell’interesse de residenti nella zona interessata all’ordinanza di cui il Comune deve farsi carico». Questi i primi due punti: l’intervento del Comune è legittimo, le esigenze dei residenti vengono prima di quelle di mettere la musica fino a tarda notte. C’è un altro passaggio che appare interessante. Il giudice scrive: «Allo stato, l’ordinanza impugnata, avente carattere cronologicamente limitato, rappresenta l’unico strumento adottabile dall’amministrazione resistente per garantire gli interessi con essa tutelati». Nei fatti il giudice conferma la correttezza dello strumento utilizzato dal Comune, visto come l’unico possibile per tutelare i residenti. Ultimo punto del decreto recita: «Il danno temuto dai ricorrenti si appalesa ipotetico e non dimostrato, anche avuto riguardo al fatto che l’ordinanza non incide sull’orario di apertura degli esercizi, ma soltanto sugli orari di utilizzo degli impianti di diffusione». Il giudice, quindi, sostiene che non possibile affermare con certezza che lo stop alla musica dopo una certa ora comporti un calo delle vendite. Per queste motivazioni, «attesa la sussistenza del danno certo grave e irreparabile degli interessi tutelati dal Comune, va accolta la domanda di revoca proposta dal Comune di Ragusa». Da oggi, quindi, tornano gli orari stabiliti per lo spegnimento della musica, fermo restando, sempre, che anche entro gli orari fissati dal Comune occorre rispettare la soglia dei decibel così come previsto dalla legge.

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