Vigile del fuoco si toglie la vita impiccandosi nella sua abitazione alla periferia di Ragusa. A compiere l’insano gesto e’ stato il 50enne A.C., uno degli uomini recentemente impegnato con i suoi colleghi nel recupero dei cadaveri dei migranti stipati nella stiva del barcone di legno trainato a Pozzallo. Non ci sarebbero però motivi di lavoro, economici o di salute alla base del tragico gesto, quanto piuttosto una profonda depressione scaturita dalla perdita della moglie, verificatasi qualche settimana fa durante una gita ad Agrigento.
La moglie del pompiere ragusano accusò un improvviso quanto letale malore. Inutile si rivelò la corsa in ambulanza all’ospedale. Adesso il 50enne ha deciso di farla finita. Al lavoro fino all’ultimo A.C. si è mostrato irreprensibile e determinato, non tradendo il minimo segnale di malessere neanche in situazioni estreme come le già citate operazioni di recupero dei cadaveri dei migranti dal barcone, per le quali si rese necessaria quasi una giornata di duro lavoro per sventrare l’imbarcazione e tirare fuori i corpi in stato di decomposizione. Il vigile del fuoco lascia due figli, maschio e femmina, di 19 e 18 anni.