SBEFFEGGIATI IN TUTTO IL MONDO: SCHETTINO INVITATO A TENERE UNA LEZIONE SUL PANICO A BORDO IN CASI DI EMERGENZA IN MARE……A CURA DI RITA FALETTI

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In “Lord Jim”, famoso romanzo dell’altrettanto famoso scrittore Joseph Conrad, il protagonista, Jim appunto, primo ufficiale sul Patna, abbandona il suo posto e si getta nella scialuppa di salvataggio prima che la nave affondi, lasciando al suo destino il carico umano, più di un centinaio di pellegrini diretti alla Mecca. Il vascello però non affonda, riesce invece ad entrare in porto, soccorso da un’altra imbarcazione e Jim viene processato.

Ma il processo non è sufficiente a lavare l’onta che tormenta il giovane e lo spinge a spostarsi di paese in paese temendo di essere riconosciuto. Dopo varie vicende, Jim trova la morte nella strenua difesa di una comunità che egli libera dal suo sanguinario oppressore. La morte eroica riscatta la colpa infame di aver abbandonato la nave. In mare il codice di comportamento è chiaro e inflessibile: chi comanda ha la responsabilità della nave e dei passeggeri e in caso di pericolo è l’ultimo ad andarsene. Schettino invece è stato il primo. Dopo l’inchino fatale, prassi a dir poco incauta, il nostro, in altre faccende affaccendato, pensa subito di salvare la pelle, ovviamente la propria, e guadagna la prima scialuppa di salvataggio a disposizione e se la svigna. Tutti noi sentiamo ancora risuonare nelle orecchie la voce dell’ammiraglio Gregorio De Falco che con tono perentorio gli intimava di tornare a bordo. Tutti siamo rimasti paralizzati dallo stupore e ci siamo vergognati per Schettino e per l’immagine del nostro Paese nel mondo. Ma Schettino non conosce vergogna. Ieri si è presentato all’università La Sapienza, per tenere una lezione nientedimeno che sulla gestione del panico in mare. Avete letto bene. Sì, proprio lui che ha sulla coscienza la morte di 32 persone e la distruzione di una nave. Com’è potuto succedere? Il professor Mastronardi, titolare della cattedra di psicopatologia all’ateneo della capitale, aveva avuto la brillante iniziativa di invitare Schettino al seminario da lui diretto. E’ stato immediatamente deferito al Comitato Etico. Anche la ministra dell’Istruzione Giannini ha espresso sconcerto per l’accaduto, mentre il rettore della Sapienza, Luigi Frati, si è affrettato a prendere le distanze dal grave episodio. Quando si dice che tutti scappano di fronte alle loro responsabilità! Forse, con questa mossa, Schettino cercava una via per riabilitarsi? L’unica possibile riabilitazione in un paese civile, rimane la galera a vita. Attendiamo la sentenza del tribunale di Grosseto augurandoci che vada in questa direzione. Ma forse non andrà così: in Italia “adda passà ‘a nuttata”.

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