Un’antica leggenda narra di un re che aveva il vizio di ripetere la parola “voglio” in ogni suo discorso. Un giorno, in una delle sue solite passeggiate nel bosco, notò un’erba con dei fiorellini gialli molto vivaci; ne fu così colpito da ordinare ai suoi accompagnatori di prenderla e portarla nel giardino reale per essere trapiantata. Durante il trasporto, purtroppo, i fiorellini gialli si staccarono dal cespuglio d’erba e non ricomparvero nemmeno dopo il trapianto. Tutte le mattine al suo risveglio si affacciava dalla finestra e guardava se fosse spuntato un fiorellino giallo dall’erba trapiantata.
Sempre più irritato dal fatto che di fiorellini non c’era neanche l’ombra, ordinava:voglio che l’erba sia annaffiata due volte al giorno;voglio che sia trattata con i migliori concimi;voglio che spuntino i fiorellini gialli che mi piacciono tanto. Disperato dall’insuccesso, fece un bando nel quale si diceva che chi fosse riuscito a far nascere i fiori gialli da quell’erba sarebbe stato nominato principe. Ma anche il bando non sortì buoni risultati sebbene arrivarono al palazzo reale giardinieri da ogni parte del mondo. Un giorno arrivò al palazzo reale un uomo che disse: sono un mago e so come far crescere i fiorellini gialli in quel cespuglio d’erba; perché ciò avvenga è necessario però che sua maestà non usi mai più la parola “voglio” né in presenza dell’erba né di altri. All’inizio il re s’irritò per questa inusuale insolenza ma compreso che se non si fosse predisposto al suggerimento del mago non avrebbe mai visto nascere i fiorellini gialli tanto amati, s’impegno a non pronunciare più la parola “voglio”. Andò nel giardino e rivolto all’erba chiese se per favore avesse potuto fare dei fiorellini gialli. Il giorno seguente vide già tanti fiori gialli sul cespuglio d’erba. Resosi conto che il mago gli aveva detto la verità, da quel giorno non pronunciò più la parola “voglio” e fu sempre gentile con tutti. In epoca meno remota rispetto a quella sopradescritta, pare che alcuni soggetti dediti alla politica siano stati attratti dall’erba “voglio” ed abbiano provveduto al trapianto della stessa nei giardini dei palazzi comunali. Si vocifera in diverse contrade della Contea di Modica che un esperto di botanica abbia visto un cespuglio d’erba “voglio” nel giardino di Palazzo San Domenico. Se la notizia risultasse fondata, avremmo capito i tanti “voglio” di chi siede in tale Palazzo. Considerato però che in quest’epoca non esistono maghi veri ,auspichiamo che l’attuale “amministratore” sappia almeno limitarsi a pronunciare solo i “voglio” leciti, sperando al contempo che il coraggio del mago della superiore leggenda possa riscontrarsi nel puntuale rilievo di chi si rifiuta d’accettare come condizione irreversibile le forzature di politiche personalistiche d’antica maniera.