La Cna provinciale: “Le nostre imprese da domani “festeggiano”. A Ragusa è il Tax free day

brancati e massari

Domani, martedì 12 agosto, imprese ragusane “in festa”. E non c’entra per niente il periodo dedicato alle meritate ferie estive, almeno per quelle attività che se lo possono permettere. Domani, invece, ricorrerà il Tax free day 2014, vale a dire il primo giorno dell’anno in cui le imprese della provincia non lavoreranno più per pagare tasse e imposte varie, ma potranno cominciare a lavorare per il proprio guadagno. Nel 2011 il Tax free day fu “festeggiato” il 5 agosto, vale a dire una settimana prima. È quanto emerge, fra l’altro, dai risultati del primo “Osservatorio permanente sulla tassazione di artigiani e piccole e medie imprese in 112 Comuni d’Italia”, pubblicato nelle scorse settimane dal Centro studi della Cna nazionale.

Innanzitutto è stato misurato e quantificato il peso complessivo del fisco sulle piccole e medie imprese e sugli artigiani. Nel 2014 il dato medio in Italia sarà del 63,1% (59,1% nel 2011), mentre a Ragusa la pressione fiscale sarà leggermente inferiore: 61,0 %, a fronte del 59,2 % di tre anni fa. In poche parole, alle imprese del nostro territorio sono occorsi ben 223 giorni, praticamente fino ad oggi, per regolare i propri rapporti con il Fisco ed i suoi mille tentacoli. Solo a partire da domani esse potranno cominciare a pensare a come riuscire a reggersi in piedi, specialmente in una fase di così grave situazione economica che si protrae ormai da troppo tempo. E c’è pure da dire che in questa speciale classifica Ragusa non è neppure messa male, piazzandosi al 38esimo posto fra le realtà meno tassate d’Italia e al terzo in Sicilia.
Lo studio risponde anche alla domanda più importante di tutte: nel 2014 quanto resterà in tasca alle imprese dopo aver pagato tutte le tasse? A questo proposito, tutti i calcoli dell’Osservatorio sono stati fatti riferendosi come modello ad un’impresa manifatturiera individuale, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, un fatturato di 430mila euro l’anno e un reddito d’impresa di 50mila euro l’anno. Anche qui il risultato conferma quello che ogni imprenditore vive quotidianamente sulla propria pelle: il reddito disponibile previsto per il 2014 per le imprese ragusane sarà di appena 19.493 euro (era di 20.405 euro nel 2011).
Rispetto a questi risultati così deprimenti la Cna ricorda le 8 proposte già avanzate in materia al Governo nazionale. La prima: trovare una strada per ridurre progressivamente la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo. La seconda riguarda l’Imu: ridurre il peso dell’imposta sugli immobili strumentali d’impresa quando vengono utilizzati per l’attività produttiva. È stato calcolato che la riduzione dell’Imu del 50% abbasserebbe la pressione fiscale sulla piccola impresa di 3,8 punti percentuali (dal 63,1% al 59,3%) riportandolo sostanzialmente ai livelli del 2011. Irpef: rivedere la tassazione delle imprese personali e degli autonomi, riducendo l’aliquota all’aumentare del reddito dichiarato (chi più dichiara, meno paga). Il quarto punto riguarda l’Irap: aumentare la franchigia dall’imposizione Irap a 25mila euro. Quinto i valori catastali: rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili per allinearli periodicamente ai valori di mercato, a invarianza di gettito. Sesto deducibilità Imu: rendere pienamente deducibile l’Imu dal reddito d’impresa e dall’Irap. Settimo punto i rifiuti: rendere obbligatoria per i comuni la previsione di tariffe commisurate alle quantità e qualità dei rifiuti effettivamente prodotti e conferiti in discarica. E infine l’ottavo punto ha a che vedere con gli adempimenti: troppi e complicati, vanno semplificati e ridotti, sia a livello centrale sia a livello locale, in quanto determinano costi indiretti sulle imprese, minore produttività e minore competitività.
“Il documento del Centro studi della Cna nazionale – dichiarano all’unisono il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, e il segretario Giovanni Brancati – dimostra ancora una volta quanto andiamo dicendo da tempo sul peso ormai insostenibile della pressione fiscale sulle imprese. E non bisogna poi dimenticare l’ulteriore fardello per le imprese rappresentato, anche in termini di costi, dalla grande mole di adempimenti burocratici, dalla difficoltà di accesso al credito, dalla carenza di infrastrutture e così via di seguito. La Cna a tutti i livelli è impegnata a far sì che queste problematiche diventino centrali nell’azione quotidiana delle varie istituzioni, anche se troppo spesso le orecchie di chi governa sono sorde rispetto alle legittime esigenze del mondo produttivo”.

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