L’OSSERVAZIONE DAL BASSO…DI DIRETTORE. Sbarchi di migranti in Italia: si raggiunge il tetto dei 100 mila tra polemiche politiche, chiacchere, atteggiamenti razzisti e buonisti

DOMENICO PISANA

La questione dei migranti o dei rifugiati politici o dei clandestini (ognuno li chiami come vuole) che sbarcano sulle coste italiane mi fa pensare ad un grattacielo in fiamme: un solo vigile del fuoco che cerca di spegnere il rogo mentre tutti gli altri vigili stanno a guardare. Ecco, noi siamo l’Italia solidale, accogliente e generosa, che ha abolito il reato di clandestinità, impegnata ad accogliere o , secondo altri, a “farsi invadere”, mentre il resto d’Europa sta a guardare. Nel Mediterraneo 9 clandestini su 10 sbarcano in Italia.

Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono ad oggi quasi 100 mila i migranti sbarcati in Italia, mentre nel 2013 erano stati 42.925 e nel 2012 circa 13.000. Insomma nel primo semestre l’85% dei migranti è arrivato in Italia, a fronte di un 15% accolto in parte dalla Grecia(10.080), e da Spagna( 1000) e Malta(227). A nulla sono valse le richieste di aiuto all’Europa da parte del Governo italiano, e quindi il nostro Paese, già con i suoi problemi economici, con un Pil e un debito pubblico in crisi, con un tasso di disoccupazione rilevante, nel mentre tenta di spegnere l’incendio, per restare nella metafora, si sta accorgendo che non ce la fa più, sta sperimentando che il costo mensile per la collettività di ogni immigrato che accetta di essere registrato nei centri di accoglienza è di 2.400 euro( 30 euro al giorno per le spese personali+30 euro al giorno come rimborso alle strutture che li ospitano, come case private, ostelli, etc.., + 600 euro per una assicurazione mensile)

I comuni, in gran parte siciliani, che accolgono questi migranti sono al collasso, non reggono più, nonostante il loro apprezzabile impegno per l’accoglienza di questi flussi migratori; le organizzazioni umanitarie di volontariato annaspano per carenze strutturali, la Caritas, organismo della Chiesa italiana, non riesce più a far fronte al bisogno incalzante di ospitalità. Un’inchiesta dell’espresso stima in 600 milioni di euro le spese finora sostenute per l’operazione Mare Nostrum; solo 9,3 milioni per il carburante delle navi e le indennità degli equipaggi. Se gli sbarchi continueranno con questi ritmi anche nel secondo semestre, la cifra potrà arrivare fino a 12 miliardi di euro l’anno.

Questi, certo, sono dati freddi, ma dietro questi dati ci sono uomini, donne, bambini, persone che vengono dalla guerra e dalla fame, ci sono anche tanti morti annegati nelle acque durante la traversata. Aver speso e continuare a investire risorse per accogliere i migranti è sicuramente un grande gesto di umanità e una bella testimonianza del nostro Paese, ma non significa aver risolto il problema. E qui si tratta di trovare la strada per risolvere la questione. Qui la politica deve decidere, il Governo deve individuare una soluzione. Non è possibile continuare a vedere sotto i nostri occhi questo traffico di disperati in mano alla criminalità organizzata che si fa pagare 1000 dollari per un’ attraversata che rischia la morte in mare. E con un Stato che si riduce a soggetto che opera in flagranza del reato di concorso nell’attività della criminalità organizzata dedita al traffico di essere umani.

La situazione è veramente difficile e complessa e va affrontata nella sua cruda realtà. Dire e scrivere che lo Stato, il Governo, il Ministero dell’Interno devono intervenire per trovare una soluzione è facile e semplice, come è facile e riduttivo perdersi in chiacchere che tendono a mettere da una parte i generosi e i buoni che sono per l’accoglienza senza se e senza ma, e dall’altra coloro che vengono etichettati di razzismo perché dicono “basta immigrati”, perché rinunciando all’ipocrisia dicono che l’Italia è in ginocchio, non può soddisfare le aspettative dei migranti, non è capace di venire incontro ai loro problemi, che i comuni e le istituzioni arrancano alla meglio per ospitarli e che forse è bene che chiedano asilo politico ad altri paesi europei. Se i cosiddetti “grandi della terra”, a tutti i livelli, nazionale, europeo, mondiale, fossero davvero tali e preoccupati del bene dell’umanità, questi polemiche neanche sorgerebbero, e le soluzioni si troverebbero; ma, realisticamente, non è così, e allora non ci resta che augurarci che il nostro Governo possa davvero trovare la strada più giusta per continuare a tendere le mani a questi “poveri della terra” che ci chiedono aiuto, senza dimenticare, ricordando la metafora iniziale, che per spegnere l’incendio non basta un solo vigile ma occorre una squadra che, lavorando in sinergia, possa avere ragione sulle fiamme. Speriamo bene!

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