Sono anni che seguo lo sport italiano e mondiale in Tv e devo ammettere di essermi trovato pochissime volte di fronte a un personaggio così imbarazzante. Si tratta di Elisabetta Caporale, intervistatrice Rai nella“mixed zone”, una specifica area dedicata alle interviste,delle competizioni di nuoto e atletica leggera nazionali e internazionali.. Seguendo gli ultimi Campionati Europei di atletica leggera appena conclusisi a Zurigo, mi domando come sia possibile che la Rai si avvalga di gente dotata di una così precaria preparazione linguistica e professionale.
La Caporale, sgraziata nei movimenti, proprio perché intervista atleti di ogni nazione dimostra di conoscere in maniera approssimativa, sia il francese che l’inglese,tant’è che traduce soltanto una minima parte (quella finale) del resoconto dell’atleta dopo che questi ha parlato per qualche minuto. L’impressione è che capisca anche poco di quello che le viene detto. Alla quale si aggiunge unatraduzione superficiale, lessicalmente striminzita,tipico di una personapriva delle basi necessarie per una efficace traduzione.Ma ciò che maggiormente stupisce, e che in tutti questi anni di “pratica sul campo” , non ci sia ancora stato un significativo accenno di miglioramento. Altra musica rispetto ai professionali e impeccabili intervistatori-conduttoriSky e Mediaset, nelle cui emittenti non le avrebbero concesso chance di lavoro.Ma mentre si può capire che un individuo alle prime armi, possa commettere gaffe o imprecisioni,avere una spigliatezza limitata, legata all’inesperienza, non è accettabileda una professionista,dopo quindici anni di carriera. Ritengo sia deprecabile che ancora si consenta, anche per rispetto dei telespettatori che pagano il canone Rai, di doversi sorbire in futuro (sta andando a Berlino a seguire da oggii Campionati Europei di Nuoto) intervistatori di questo livello qualitativo. Purtroppo clientelismo e familismo sono spesso condizione di assunzione in questo Paese che lascia fuori dal mercato del lavoro giovani veramente capaci, ma figli di “nessuno”, i quali spesso sono costretti ad emigrare per essere apprezzati. Ma volete che non ci sia in Rai un giovane preparato in grado di sostituire brillantemente la Carnevale? Imbarazzante ahhh…direbbe Antonio Conte.