Modica. Lunghe attese al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, il Sindaco Abbate: “se occorre alzare la voce lo faremo con una protesta che coinvolga le altre città”.

Il Pronto Soccorso di Modica

Ritardi nella gestione delle lunghe attese al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica. E’ il motivo che ha spinto il Sindaco di Modica Ignazio Abbate a scrivere ai Vertici regionali, al Prefetto di Ragusa Annunziato Vardè e al Direttore Generale dell’Asp 7 Maurizio Aricò. Il Primo Cittadino è intervenuto più volte sul tema e sul potenziamento dei servizi nel nosocomio modicano. Nella nota pone l’accento sulla necessità di un intervento e di risposte immediate.
“Da troppo tempo, scrive il Sindaco Abbate, assistiamo ad un incredibile balletto di responsabilità tra le Istituzioni locali e regionali che sta provocando un grave nocumento ai Cittadini di questo enorme bacino di utenza. Mentre la Giunta di Governo è ignara di ciò che accade, l’Assessorato Regionale alla Sanità non autorizza nulla per evitare di scontentare altri che premono affinché l’ospedale Maggiore di Modica continui ad essere penalizzato in assenza delle prescritte condizioni propedeutiche.
Le lunghe code cui sono costrette migliaia di persone, continua, non possono essere giustificate da mancanza di personale o strutture inadeguate, laddove l’Ospedale Maggiore si è sempre distinto come il fiore all’occhiello della Sanità iblea.
Ho solo bisogno di sapere, come Sindaco e massima Autorità Sanitaria chi è dunque il nostro interlocutore?
Dovremo attendere forse che qualche paziente perda la vita per la mancata prontezza di un servizio indispensabile per la collettività prima di correre ai ripari? In tal caso di chi saranno poi le responsabilità morali e materiali? Noi saremo sempre vigili per evitare che alcune scelte possano fare male all’intera collettività, il cui interesse è solo quello di poter avere servizi adeguati ed efficienti a tutela della propria salute. Ci aspettiamo un intervento immediato ed efficace, un atto di coraggio che superi le logiche contingenti per accogliere una legittima richiesta del territorio. Non attenderemo oltre, nell’incertezza e nella vaghezza delle risposte.
Se occorre alzare la voce per far decidere chi tentenna, conclude, lo faremo senza esitazione, anche a costo di sacrificare il nostro animo moderato e trasformarlo in protesta dura e che coinvolgerà anche le Città del comprensorio”.

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