Rando sulla sanità iblea: “Tanti i problemi per il nuovo manager”

Sotto l’ombrellone quest’anno si è molto parlato di sanità e dei suoi problemi antichi e mai risolti, Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica locali insufficienti, carenza di personale, lunghe ore di attesa dei cittadini per avere una risposta, sorvoliamo sui disagi del 14, 15 e 16 agosto senza triage e personale a fare miracoli per affrontare l’emergenze. Il Direttore Generale dell’asp. Aricò, appena insediatosi, ha dovuto affrontare la questione Pediatria, i disservizi nell’oculistica del Maggiore di Modica prontamente risolte e la questione più spinosa della Chirurgia del Busacca di Scicli,

inevitabile la protesta da parte dei Sindaci, poco opportuna la solita passerella dei politici. “Ormai è risaputo – dice Salvatore Rando del Comitato Via Loreto – che prima di ogni cosa bisogna difendere l’interesse della comunità con quei famosi Livelli Essenziali di Assistenza, evitare il rischio clinico, mantenere corretti standard ospedalieri e sicurezza che come giustamente fa rilevare il sindacato provinciale medici italiani, Tumino, non prevede ospedali sotto casa, ma una diversa riorganizzazione che deve fare i conti con le risorse sempre più ridotte assegnate alle ASP, da parte del Governo Nazionale e Regionale. Si parla appunto che non sono necessarie non solo cinque chirurgie che funzionano male in provincia, ma proporre ai vertici dell’ASP un dibattito per avere una sola Chirurgia, una sola Ortopedia e una sola Cardiologia da allocare nei tre ospedali principali Ragusa, Vittoria e Modica, dove si concentri la forza lavoro, posti letto, personale per poter garantire una migliore assistenza, abbattendo le liste di attesa, imporre la formazione obbligatoria che punti alla eccellenza per davvero, in modo da evitare i viaggi della speranza è forse, un percorso possibile visto che la ex provincia viene considerata come un quartiere di Roma? Forse si, se l’ASP, la politica, le Istituzioni come nel caso i Sindaci, con il coinvolgimento delle associazioni che rappresentano i cittadini per una volta lavorino in sinergia per il bene comune e per migliorare l’offerta sanitaria. La disastrosa riforma della sanità del 2009 voluta dal Governo Lombardo e tenacemente inseguita dall’Assessore Russo e continuata dalla Borselino ha prodotto all’ASP di Ragusa notevoli danni in ordine alla riduzione dei posti letto, dotazione organica almeno 500/600 unità in meno di personale medico, infermieristico, ausiliario, ecc., sono state ridotte risorse, oltre 8 milioni di euro al personale e tutto questo è passato nel nome della provincia (babba) virtuosa, risparmiando altre risorse che sono poi serviti a ripianare i debiti fatti di altre ASP siciliane. La nuda e cruda verità è che non si possono più garantire i servizi esistenti, per carenza cronica di personale, restano vacanti le indispensabili figure apicali, parliamo dei Primari che vengono assegnate ad interim perché non si possono fare i concorsi. Se il risparmio deve essere fatto sulla pelle dei cittadini chiudiamo tutto e consegniamo le chiavi alla Regione, se invece come è giusto che sia si vuole garantire la salute alla gente si lotti sugli sprechi, sulle inefficienze, sulle gare di appalto, si metta mano senza tentennamenti al riordino degli ospedali e del territorio con inevitabili accorpamenti per eliminare doppioni che non servono. Infine occorre una proposta per come utilizzare il Busacca e il Regina Margherita che devono essere di supporto agli ospedali per migliorare l’assistenza ai cittadini. La politica e i parlamentari regionali iblei queste cose li sa bene ma non fa nulla in direzione Palermo per farlo capire ai vertici regionali che è ora di cambiare e che all’ASP di Ragusa sia riconosciuta la rivisitazione dei parametri di assegnazione dei posti letto, personale e risorse. Per non parlare poi dell’immane tragedia degli immigrati che l’area iblea garantisce assistenza sanitaria e di questo la Regione non ne tiene assolutamente conto”.

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