Mentre i fanatici dello Stato Islamico distruggono tutto quello che non è “islamico doc”, quindi yazidi, cristiani e sciiti, mentre un imbianchino bosniaco residente dal 2009 a Belluno se ne va in Siria con il figlio di due anni per unirsi ai combattenti dell’Isis e là muore insieme con il bimbo, mentre schiere di fanatici lasciano la loro anonima esistenza in qualche posto nel nostro continente per arruolarsi in Iraq o in Siria, con l’Europa che improvvisamente si sveglia da un torpore durato anni avendo sottovalutato la minaccia islamica o finto che fosse la fisima di qualche pazzo profeta di sventura;
mentre in una scuola italiana un genitore musulmano butta dalla finestra il crocifisso appeso alla parete della classe di suo figlio perché quel simbolo è un oltraggio all’Islam, e né il direttore né gli insegnanti spendono una parola per difendere con fermezza le nostre radici cristiane a casa nostra; mentre nelle mense di alcune scuole non si serve più carne di maiale per non offendere la suscettibilità di qualche seguace dell’Islam, mentre il presepio viene negato ai nostri figli in ossequio alla pretesa multiculturalità, e chi se ne frega dei bambini e delle loro aspettative e delle festicciole di Natale se si deve compiacere ai musulmani; mentre nelle moschee si fa propaganda contro gli “infedeli” in lingua araba, così nessuno può capire; mentre un magistrato proscioglie dall’accusa di terrorismo un imam poi riconosciuto colpevole, mentre in una piscina di Mestre la domenica mattina l’ingresso è riservato alle donne, soprattutto musulmane, quindi vietato agli uomini; mentre la nostra cultura, i nostri valori, i nostri principi, profondamente diversi da quelli imposti dal Corano, sono oggetto di attacco di qualunque tipo, ebbene, in mezzo a questa vergogna, l’unico a difendere la fede cristiana è Magdi Cristiano Allam, giornalista ( vicedirettore del Corriere della Sera, commentatore della Repubblica ed ora del Giornale), scrittore, nonché ex musulmano convertitosi al Cristianesimo undici anni fa. Benedetto XVI stesso gli somministrò il battesimo e la cresima come riconoscimento del suo impegno a difesa della cristianità. Evidentemente però, c’è qualcuno che dimostrando un’arroganza non comune, ritiene che la decisione di Papa Ratzinger sia stata inopportuna se ora chiede la radiazione di Magdi Allam dall’Albo dei Giornalisti. Perché? Nulla a che vedere con la sua vita privata o con i suoi rapporti con i colleghi. La colpa commessa dal giornalista è stata quella di aver scritto articoli in cui ha cercato di aprire gli occhi a quanti, nel nostro Paese, credevano e credono nella mitezza dell’Islam e nella sua liberalità. Secondo gli accusatori, cinici pennaioli seguaci del “politicamente corretto”, Magdi Allam avrebbe “compromesso la dignità dell’ordine professionale” impedendo così di “ rafforzare il rapporto di fiducia tra la stampa e i lettori”. A me pare invece che Magdi Allam, dicendo la verità con coraggio, ha fatto esattamente il contrario. Alcune delle frasi incriminate: “Difendiamo le figlie dei musulmani o saremo complici” e “L’Occidente impari dall’Egitto: con l’Islam non c’è democrazia”. Chi può obiettare a queste affermazioni? Non è forse vero che non è permesso ad una giovane musulmana innamorarsi di un cristiano? Abbiamo dimenticato che fine hanno fatto quelle povere ragazze che hanno osato seguire le leggi del cuore piuttosto che il Corano, o quelle che hanno preferito vestire all’occidentale? Tanto per citare alcuni esempi che provano quanto democratici siano gli islamici. Forse per un mal interpretato senso della dignità o più probabilmente per codardia, Il Consiglio di disciplina nazionale dell’Ordine, invece di difendere la libertà di opinione del giornalista, si è inchinato alla volontà di chi chiedeva la sua testa, decidendo di sottoporlo a procedimento disciplinare per “islamofobia”. Chi vuole la condanna del giornalista è l’associazione Media&diritto, che si occupa dei rapporti tra difesa dell’immagine e comunicazione ( figurarsi!) patrocinata da un avvocato che, guarda che coincidenza, è anche difensore dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia. I conti tornano. Buonismo e ipocrisia, viltà e stupidità di giornalisti, intellettuali, politici di sinistra e quelli di destra sempre preoccupati di essere tacciati di razzismo, hanno riservato un trattamento simile alla grande giornalista Oriana Fallaci, vilipesa e aspramente criticata per essersi staccata dal coro delle anime belle. Quello che avviene oggi le dà ragione. Spero che la sinistra arrossisca di vergogna, se ne è capace, ricordando che negò di intitolare una via di Firenze, la città di Oriana, alla giornalista. Ammirazione e rispetto per entrambi e per Magdi Allam, su cui pende la spada della vendetta islamica, la mia solidarietà.