Modica, rinviata autopsia sul corpo di Carlos Eduardo Aparicio. Indagine in corso

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Rinviata di 24 ore l’autopsia sulla salma dell’ecuadoregno 30enne Carlos Eduardo Aparicio, residente a Moduca, la cui morte sospetta ha fatto scattare l’inchiesta della procura per accertare eventuali responsabilità dei medici non solo dell’ospedale modicano, ma anche dei colleghi del «Busacca» di Scicli, nosocomio dal quale il paziente era arrivato in gravi condizioni, mentre un’indagine parallela ma amministrativa e’ stata disposta dal manager dell’Asp 7, Maurizio Aricò. L’autopsia sarà’ effettuata nella camera mortuaria dell’ospedale “Maggiore” dal medico legale incaricato, alla presenza del perito di parte nominato dalla famiglia del deceduto. 

 La vittima risiedeva da circa 15 anni in città dove lavorava alle dipendenze di una ditta modicana del settore aeronautico. Il 30enne era stato ricoverato in origine all’ospedale «Cannizzaro» di Catania, dove gli era stata diagnosticata la polinevrite acuta agli arti inferiori. A seguito delle opportune cure e dei notevoli miglioramenti delle condizioni cliniche, l’uomo era stato dimesso dal «Cannizzaro» con una terapia da seguire a casa in maniera scrupolosa. Dopo qualche tempo il problema si era tuttavia ripresentato con senso di nausea persistente e vomito, forse effetti collaterali del prelievo di midollo, tant’è che il 30enne era stato ricoverato nuovamente, stavolta all’ospedale «Busacca» di Scicli, dove, stando a quanto dichiarato dai familiari, sarebbe stata interrotta senza plausibili motivazioni la terapia prescritta dai medici dell’ospedale catanese e sarebbe stata diagnosticata una pancreatite rispetto all’originaria polinevrite acuta. Le condizioni dell’uomo si sono repentinamente aggravate dopo 12 giorni di degenza all’ospedale sciclitano, al punto da rendersi necessario il trasferimento d’urgenza a Modica, dove il 30enne è stato ricoverato in rianimazione. A distanza di una decina di ore dal ricovero, il paziente è deceduto.

Pare che la polinevrite acuta, non diagnosticata al «Busacca» dove i medici avrebbero invece individuato una pancreatite, si fosse nel frattempo estesa agli arti superiori e ai muscoli respiratori, forse anche a causa della presunta sospensione della terapia prescritta al «Cannizzaro». Tutto questo nonostante i medici avessero assicurato che la situazione fosse sotto controllo, dicendo ai familiari che non era necessario trasferire il paziente in una struttura più attrezzata per patologie simili, nonostante la richiesta in tal senso avanzata più volte dagli stessi congiunti. Proprio questa circostanza ha scatenato la rabbia dei familiari, che, distrutti dal dolore e ancora increduli per l´accaduto, hanno presentato un esposto ai carabinieri che hanno informato la magistratura inquirente.

E’ dunque scattata l’indagine che ha già portato al sequestro della cartella clinica del paziente e di tutta la documentazione che lo riguarda. Al momento non risulta iscritto nessun nome sul registro degli indagati.

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