Morte di un giovane ecuadoregno a Modica. Indagine della Procura e dell’Asp

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Indagini e sequestro della cartella clinica oltre all’autopsia. E’ quando disposto dalla Procura della Repubblica di Ragusa oltre all’inchiesta interna avviata su disposizione del direttore generale dell’Asp Ragusa, Maurizio Arico’, sulla morte “sospetta” di un giovane ecuadoregno da anni residente a Modica, Carlos Eduardo Aparicio, 30 anni, avvenuta dopo poche ore dal suo ricovero all’Ospedale Maggiore.

L’uomo, che anni fa lavorava per una grossa azienda modicana operante nel settore del ferro, poi fallita, era stato ricoverato un paio di mesi fa all’Ospedale Cannizzaro di Catania, dove gli fu diagnosticata la poliradicolo neurite, una malattia che si sviluppa quando il sistema immunitario reagisce a qualche stimolo esterno (che può essere anche non identificato) e produce auto-anticorpi che vanno ad attaccare la mielina, una guaina che ricopre i nervi, e le placche nervose in cui si trasmette l’impulso dai nervi ai muscoli. Fu dimesso con una terapia ma dopo qualche tempo, il problema riaffiorò tant’è che fu ricoverato nuovamente, stavolta all’Ospedale Busacca di Scicli. Lamentava senso di nausea persistente e vomito, forse effetti collaterali del prelievo di midollo. Qui, secondo la denuncia dei familiari, sarebbe stata sospesa la terapia tanto che i medici avrebbero detto che tutto era sotto controllo. Non si comprende perché, ma le condizioni del poveretto si aggravarono tant’è che qualche giorno fa è stato trasferito urgentemente a Modica e ricoverato in Rianimazione dove, dopo una decina di ore, è, purtroppo, deceduto. I familiari non ci stanno a questa morte sospetta e allora hanno presentato un esposto ai carabinieri che hanno informato la magistratura inquirente. E’ scattata l’indagine che ha già portato, come si diceva, al sequestro della cartella clinica del paziente e di tutta la documentazione che lo riguarda. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa ha già disposto l’esame autoptico sul corpo dell’uomo, che si trova nell’obitorio del nosocomio di Via Aldo Moro e che dovrebbe essere eseguita in queste ore dal medico legale incaricato. La famiglia vuole risposte, qualcuno parla di terapia sospesa prima che le condizioni del 30enne si aggravassero, e solo dopo che sarà fatta chiarezza potrà ritrovare la serenità che oggi non ha più. La vittima negli ultimi tempi lavorava alle dipendenze di un’azienda privata modicana, sempre legata ai precedenti imprenditori.

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