L’OSSERVAZIONE DAL BASSO… di DIRETTORE . L’avv. Carmelo Ruta respinge affermazioni gratuite, false e diffamatorie del suo operato di ex sindaco di Modica

PISANA

La lettera che è giunta in redazione da parte dell’avvocato Carmelo Ruta, già sindaco di Modica, trova tutta la mia attenzione e considerazione, atteso che molte delle cose da lui evidenziate sono sicuramente condivisibili. Prima, tuttavia, di entrare nel merito della sua lettera, ritengo doveroso fare una premessa.
Parecchie notizie che il nostro quotidiano on line pubblica sono oggetto di commento da parte dei lettori. Mi sono accorto, però, che l’attenzione di molti cade su quegli articoli che più di altri si prestano alla polemica o al gossip, all’aggressione

o al pettegolezzo, mentre altri che meriterebbero di essere oggetto di approfondimento vengono tralasciate.
Tutti coloro che intervengono difendono poi le loro posizioni, non tengono spesso conto del testo letto, difendono , se si parla di politica, i loro amici, attaccano gli avversari dei loro amici. Attaccano perfino noi giornalisti, e spesso ingiustamente. Al sottoscritto è capitato di leggere, tempo fa, un commento di un certo “Piero” che usava parole poco simpatiche, per non dire offensive, nei confronti del sottoscritto e della Redazione di Radiortm del tipo: “ E’ vergognoso leggere questi articoli, dov’è finita la deontologia professionale… Voi finti giornalisti siete solo dei zerbini asserviti ai quattro potentati locali”. Nonostante la Direzione non abbia condiviso tali affermazioni, il moderatore è stato da me invitato a riportare quanto espresso dal signor “Piero”, a dimostrazione del fatto che RTM non ha di questi problemi e che lo sforzo deontologico costituisce una tensione costante del suo gruppo redazionale. Pazienza! La democrazia consente anche di sproloquiare!
Come può notare, egregio avv. Ruta, ed atteso che lei si aspettava un mio intervento rispetto ai commenti al documento da lei inviato insieme agli ex sindaci Torchi e Buscema, il sottoscritto non dà risposte neanche per difendere se stesso; non per mancanza di argomenti, ma perché di fronte a commenti come quelli che lei definisce beceri, ingiuriosi ed offensivi, preferisco, per mia scelta chiaramente opinabile, fregiarmi del detto del grande Euripide, e cioè che “molte volte il silenzio vale più di una risposta”.
Certo, le lamentazioni, le critiche, gli attacchi, le difese, le aggressioni, purché si mantengono entro certi limiti, possono pure starci e attengono allo stile e alla signorilità delle persone che commentano, ma spesso a mirano soltanto a determinare un clima di catastrofismo generale, di confusione e di scontro continuo.
Il nostro quotidiano on line non fa inchieste d’assalto, non cerca scoop particolari, gossip su personaggi politici, ma si sforza di offrire un’ informazione che è racconto sereno dei fatti affidato alla possibilità dei lettori di poterne fare oggetto di valutazione e commento altrettanto sereno. Non tutti però, nel commentare, riescono ad essere intellettualmente onesti, ecco perché molti dei numerosi commenti vengono anche cestinati dal moderatore, con disappunto, certo, di coloro che li inviano, perché vanno oltre il limite ammissibile e perché altro non sono che uno sfoghino momentaneo privo di argomentazioni e che obbedisce più alla pancia che alla ragione.
E vengo, adesso, a quanto evidenziato dall’ex sindaco Ruta. I commenti dai lui citati nella lettera possono considerarsi “giudizi politici” ed opinioni senza dubbio impregnati di livore, astio e acredine verso ex amministratori della nostra città. In questo senso non posso che dargli ragione. Ognuno può avere le opinioni che vuole, ma sarebbe buona cosa che il rispetto delle persone venisse sempre salvaguardato. Se i commentatori citati da Ruta avessero, tuttavia, sfogliato il mio volume “Modica in un trentennio”. Percorsi di storia di una città in cammino” 1980-2010, avrebbero potuto ricordarsi che insieme alla “ombre” ci sono state anche “luci” nelle amministrazioni precedenti, ed arrivare così alla conclusione che la situazione finanziaria del Comune di Modica ha radici lontane e che è il risultato di un lungo processo politico-amministrativo con responsabilità che non sono di singoli sindaci ma di un sistema complessivo di gestione del potere nella città e di scelte un po’ avventate, e sicuramente fatte anche in buona fede, che si pensava avessero un risultato positivo e di investimento , mentre nei fatti si sono rivelate sbagliate determinando debiti maggiori rispetto alle risorse di bilancio.
Degli ex tre sindaci di Modica, Ruta, Torchi e Buscema, c’è, specie dei primi due, ampia traccia nel mio volume, e non sto pertanto a discuterne, ma credo che la loro reazione rispetto alla questione del Ponte Guerrieri vada nella direzione di un ristabilimento della verità dei fatti, senza nulla togliere all’impegno profuso dall’attuale sindaco Abbate che avrebbe fatto meglio ad evitare una comunicazione mediatica troppo enfatica e che ha, purtroppo, alimentato polemiche di cui ho già parlato nella mia precedente osservazione dal basso.
L’ex sindaco Ruta invita a farmi promotore di un incontro pubblico e la ringrazio per la considerazione in cui mi tiene, ma quando le persone per esprimere il loro pensiero scelgono l’anonimato, si può ritenere che questi abbiano la voglia di uscire allo scoperto?
Lei, egregio avvocato Ruta, ha scritto pagine di storia di questa città, ha dato il suo contributo di uomo e di cittadino, la sua competenza giuridica per amministrare Modica e, come chiunque mette la propria faccia, è andato incontro a consensi e a critiche aspre, ma la reazione della sua lettera mi dice che la sua coscienza non ci sta ad accettare giudizi che la indicano come “uno di quelli che hanno saputo affondare la città” . E credo che la sua coscienza abbia un po’ di ragione, e se le può dare anche serenità non posso fare altro che chiudere questa mia osservazione riportando alla sua attenzione, e a quella dei commentatori in particolare, la parte positiva del suo operato di sindaco scritta nel mio volume “Modica in un trentennio” alle pagine 279-281, per ribadire – come è, del resto, nella logica di tutto il mio libro – il principio che pur non potendo esserci mai una obiettività piena, bisogna leggere la storia sempre nei suoi chiaroscuri, nelle sue luci e nelle sue ombre e non nella prospettiva che ritorna utile, conveniente e disprezzante dell’operato degli altri. Ecco la citazione:

“Nella fase finale della sua seconda legislatura, l’azione amministrativa di Ruta si caratterizzò, al di là della sempre difficile situazione finanziaria che era stata proiettata in un’ottica di risanamento, nonché degli scontri interni alla maggioranza, per alcune iniziative che consegnarono alla città diverse opere. Prima fra tutte il Teatro Garibaldi, inaugurato il 13 giugno del 2000 con una cerimonia che mise in luce lo splendore della struttura, arricchita di un rosone raffigurante il Duomo di San Giorgio e realizzato dal pittore Piero Guccione. Altri atti di una certa importanza furono il completamento della messa in sicurezza dell’ex Albergo dei poveri, l’appalto dei lavori dell’ex Cinema Moderno nell’agosto 2000, l’appalto per la costruzione della strada panoramica dell’Idria, che era stata finanziata dall’on. Drago mentre era Assessore regionale alla Presidenza e grazie ai fondi della legge 433/91, in quanto arteria fondamentale della città in caso di fuga per i residenti del quartiere Cartellone.
La chiusura della legislatura Ruta vide altresì:
– l’istituzione dello sportello unico per l’imprenditoria, che doveva avere una funzione comprensoriale, tant’è che il Consiglio comunale, con una delibera del 14 febbraio 2002, stabilì che lo sportello venisse gestito in forma associata con i comuni di Scicli, Pozzallo e Ispica;
– l’appalto per la costruzione di settecento loculi cimiteriali;
– l’iscrizione di alcuni monumenti della città tra i beni dell’UNESCO a seguito del sopralluogo, avvenuto nel gennaio 2001, dell’inviato Ray Bondin, il quale, accompagnato dall’ing. Elio Scifo, rimase incantato delle bellezze barocche della città;
– l’approvazione del regolamento per l’assegnazione dei suoli artigianali, avvenuta il 2 agosto 2001, grazie alla quale le imprese artigiane cominciarono a pianificare i loro percorsi per insediarsi nella zona;
– la realizzazione dell’elisuperfice presso l’Ospedale Maggiore, la cui opera giunse al termine dopo una serie di cavilli amministrativi, ricorsi e problemi legati a responsabilità politiche che avevano bloccato il sorgere della struttura;
– la nascita della società consortile “Terre della Contea”, a prevalente capitale pubblico, alla quale aderirono i comuni del comprensorio modicano, la Provincia di Ragusa, la Camera di commercio, l’ASI, la Banca agricola popolare di Ragusa, il Banco di Sicilia, la Coldiretti, la
CIA e l’Assindustria;
– l’istituzione del Corso di Laurea in Scienze dell’amministrazione,
dipendente dalla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania, che venne ubicato nei locali dell’ex Ospedale S. Martino di Modica Alta;
– la nascita dell’Istituto musicale, la cui attivazione non mancò di suscitare parecchie polemiche, dato che il mantenimento era a carico del bilancio comunale già in pessime condizioni;
– l’inserimento di Modica fra le “città dei sapori” in occasione della “39a Mostra Mercato internazionale del tartufo nero”, che si tenne a Norcia dal 22 al 24 febbraio 2001″.

Tutto questo, egregio avv. Ruta, unitamente a ciò che – come lei stesso afferma con senso di autocritica- non è riuscito a fare, resterà nella storia di Modica, mentre i commenti di coloro che lei definisce denigratori del suo operato si scioglieranno come neve al sole. Spero che tutto questo possa costituire per lei una qualche risposta ai commentatori dai quali si è sentito ingiustamente offeso.

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